Digitale terrestre: l’AgCom blocca H3G

L’AgCom guidata da Corrado Calabrò ha respinto all’unanimità la richiesta di H3G di commutare le sue frequenze in tecnologia DVB-H, il protocollo di trasmissione per segnali televisivi su dispositivi mobili che consente la tv sul cellulare, in frequenze DVB-T e dunque utilizzabili dai grandi network per trasmissioni televisive. “La tv sul cellulare” è stata un fallimento praticamente in tutte le sue esperienze europee. Il rafforzamento della connettività 3G consente di veicolare immagini e audio in streaming senza bisogno di sintonizzatori di ispirazione televisiva.

Il servizio non ha mai attecchito e anche gli altri operatori italiani che avevano investito nel settore lo stanno smantellando. Tim lo ha già fatto lo scorso anno, Vodafone si prepara a fare lo stesso. Proprio per questo, la 3 avrebbe voluto che gli venisse concessa la possibilità di convertire le sue frequenze DVB-H iniziando a trasmettere in DVB-T (il digitale terrestre televisivo). L’operatore telefonico è già titolare di una frequenza DVB-T nazionale, ma l’eventuale autorizzazione alla commutazione delle frequenze avrebbe messo H3G nelle condizioni tecniche di irradiare un proprio multiplex praticamente su tutto il territorio nazionale.

La richiesta era stata inoltrata al ministro Romani negli ultimi giorni in cui era in carica prima della caduta del governo Berlusconi che, in attesa del parere di AgCom e Antitrust, gli aveva concesso un’autorizzazione temporanea. Orientamento che è stato riformato dall’AgCom in quanto manca sul tema un solido riferimento giuridico per autorizzare una campagna di commutazione dei MegaHertz sul digitale terrestre. Allo stato attuale della legge che regola la materia infatti, la destinazione dei multiplex non può esser cambiata proprio perché è in corso un procedimento di assegnazione di frequenze aggiuntive.

Non è comunque detta l’ultima parola. L’ostacolo potrebbe infatti essere rimosso da una eventuale nuova norma che consentisse a chi ha frequenze con tecnologia DVB-H di commutarle in frequenze televisive all’interno di una più ampia revisione delle procedure sull’assegnazione delle nuove frequenze digitali. Un tema questo sul quale l’attuale governo Monti, deve ancora esprimersi in maniera definitiva dopo che le pressioni di una parte del mondo politico e dell’opinione pubblica, hanno portato il Ministro dello Sviluppo Corrado Passera ad annunciare lo stop al beauty contest e la revisione delle modalità di assegnazione delle frequenze televisive digitali.

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