Ne avevamo già parlato. Kodak ha alla fine presentato istanza per essere ammessa al Chapter 11 della legge fallimentare americana. Il Chapter 11 è l’equivalente in USA della nostra amministrazione controllata. In pratica la società continua ad esistere e a mantenere attiva la sua produzione industriale ma tutte le sua obbligazioni e impegni verso terzi possono essere rinegoziati con maggiore flessibilità (un po’ come è successo a Parmalat).
La mossa era stata anticipata dalla stessa società lo scorso novembre qualora non fosse riuscita a trovare un acquirente per i suoi brevetti che consentisse di portare ossigeno alle casse dell’azienda, eventualità che evidentemente è rimasta tale.
Eastman Kodak Co. ha detto di essersi assicurata 950 milioni dollari in finanziamenti da Citigroup Inc. e che prevede quindi di essere in grado di gestire la propria attività durante la riorganizzazione fallimentare e di pagare i dipendenti per i quali non sono previsti tagli.
Il CEO Antonio Perez ha dichiarato che la richiesta dell’amministrazione controllata è “un passo necessario e la cosa giusta da fare per il futuro della Kodak” il cui business è stato messo a dura prova dalla rivoluzione digitale che ha trovato l’azienda largamente impreparata ad affrontare l’agguerrita concorrenza degli altri produttori.
Lazard, FTI Consulting Inc. e Sullivan & Cromwell LLP affiancheranno l’azienda nel periodo necessario alla riorganizzazione aziendale e alla rifocalizzazione della produzione in senso digitale, che dovrebbe completarsi, secondo quanto dichiarato dall’azienda, nel 2013.
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