Lo SEO o non lo SEO? I tre dogmi per vivere bene

Lo SEO o non lo SEO

Una massima tristemente cara a chi si occupa di marketing è quella per la quale metà del denaro che si spende in pubblicità è sprecato, il problema è che è difficile capire quale delle due metà… In un’economia mondiale dove gli “sprechi” non possono più essere tollerati, gli investimenti pubblicitari si spostano sempre di più dai mezzi broadcasting a quelli narrowcasting.

Inutile dire che il mondo del web sta traendo i maggiori benefici da questo cambio di tendenza, grazie alla sua natura cooperativa e sociale di condivisione dell’informazione. Società e  aziende devono confrontarsi con i propri clienti, creando relazioni e gestendole nel migliore dei modi tramite social network site e corporate blog; ed è proprio grazie alla natura di queste relazioni che si determina il successo o il fallimento della comunicazione online. Ma prima di costruire una relazione con l’utente/cliente, vi è la necessità di creare un contatto con esso, di riuscire a anticipare le sue richieste ed i suoi bisogni.

I motori di ricerca sono il punto di partenza per l’utente che naviga in rete: Google gestisce ormai un impero di informazioni, con un market share dell’85% in tutto il mondo rispetto ai suoi principali competitors, primi tra tutti Bing e Yahoo. Essere in rete vuol dire essere visibili. Essere visibili vuol dire esserlo nei motori di ricerca. E, nell’85% dei casi, questo vuol dire esserlo su Google.

Riuscire a “crearsi uno spazio” in un oceano così sconfinato sta diventando sempre più una priorità per le aziende, piccole o grandi che siano. E per essere visibili entra in gioco una delle pratiche che negli ultimi anni ha visto il maggiore sviluppo tra quelle relative al web: il misterioso (ed a volte oscuro) SEO (Search Engine Optimization), ossia l’ottimizzazione del proprio sito perché esso risulti meglio indicizzato dai motori di ricerca.

I “SEO guru” di tutto il mondo discutono sulle pratiche, sulle tecniche migliori, sulle potenzialità di quella che sembra essersi affermata come una vera e propria scienza dell’ottimizzazione. Tuttavia se dal punto di vista tecnico termini come SEO, SEM e Keyword Advertising sono ormai concetti più che chiari, al di fuori della cerchia degli esperti aleggia ancora una nube di mistero riguardo tali tematiche.

Ed è proprio da questo presupposto che nasce questa rubrica su Tech Economy, il  cui obiettivo è quello di spiegare i principi (e non solo) della SEO, del SEM (Search Engine Marketing), e più in generale del Brand Positioning online. Il nostro obiettivo è quello di spiegare i principi del SEO a quanti non se ne occupano professionalmente ma possono – conoscendone le basi – comprenderne i vantaggi rispetto al loro lavoro ed alla loro realtà. Settimana dopo settimana, quindi, illustreremo “pillole di SEO”, ragionando sulle implicazioni nel management aziendale e nella comunicazione.

Cominciando quindi a parlare di ottimizzazione sui motori di ricerca, è bene iniziare a chiarire alcuni punti, che saranno utili nel momento in cui si decide di iniziare un processo operativo SEO.

  1. La SEO non è una formula magica: le tecniche di Search Engine Optimization servono a semplificare il lavoro dei motori di ricerca per “farci trovare” dai nostri potenziali clienti/utenti, in rapporto alla ricerca di determinate parole chiave. Non basta dire SEO per essere tra i primi risultati di Google: come tutti i processi, anche questo ha bisogno di una fase di analisi, una fase operativa e una fase di monitoraggio.
  2. SEO wasn’t built in a day: parafrasando una vecchia canzone, per fare SEO (in modo corretto) bisogna avere tempo e pazienza! D’altronde tutte le relazioni sociali (offline ed online) necessitano di queste due componenti, e la SEO non fa altro che coadiuvare la creazione di una “relazione” tra un sito web e l’utente. Per posizionare un sito tra i primi risultati l’attività SEO deve essere strategica, coerente e costante nel tempo. Non bisogna aspettarsi risultati stravolgenti in una settimana. Per quello c’è Adwords. Ma dura, appunto, una settimana (e ne parleremo).
  3. La SEO non è la panacea di tutti i mali: anche creando un contatto tra 2 persone non è detto che debba nascere per forza una relazione. Lo stesso concetto deve essere associato alle tecniche di SEO e il servizio offerto dal proprio sito web/blog. Quando l’utente entra in “contatto” con il nostro sito web, è il servizio offerto che crea la “relazione”, rispondendo alle esigenze ed alle richieste dell’utente in modo semplice e rapido, generando valore aggiunto.

Il mondo dell’ottimizzazione è vasto e sconfinato, con tecniche molto complesse e logiche, a volte, difficili da comprendere anche per gli esperti del settore. Ma queste tre semplici regole sono quelle che consentiranno a chiunque di approcciare al mondo della SEO nel modo giusto.

La prossima settimana si inquadreranno gli aspetti fondamentali di un progetto di SEO e saranno descritti concetti come keyword, ottimizzazione onsite e link popularity. Alla prossima settimana allora!

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