UE, privacy e cloud industry

La nuova proposta di legge a tutela della privacy dell’Unione Europea potrebbe favorire le cloud industry del vecchio continente.

La proposta di legge ha due scopi fondamentali: rendere più semplice per le aziende fare affari in Europa, attraverso un quadro legislativo più chiaro; e dare alle persone maggiore controllo sui propri dati personali. Regole più stringenti sulle modalità di raccolta dati e penalizzazioni più severe per le compagnie inadempienti, nelle intenzioni dei legislatori, sarebbero bilanciate da un quadro legislativo unico, in termini di svantaggi e vantaggi per le aziende.

Il diritto ad ottenere la cancellazione dei propri dati personali (right to be forgotten), ed il diritto alla portabilità dei dati personali, riconosciuti agli europei dalla proposta, secondo molti analisti potrebbero rappresentare un onere eccessivo per le aziende.

Lisa Banyard, esperta di protezione dati di PwC, ha dichiarato: “L’Implementazione della proposta causerà un incremento degli oneri amministrativi per le aziende”. La confederazione degli industriali britannici (CBI) sostiene che la proposta interferirà nelle relazioni tra aziende e consumatori, aumentando inutilmente i costi.

Andy Burton, presidente del Cloud Industry Forum (CIF), ritiene che la nuova regolamentazione potrebbe favorire almeno uno specifico settore industriale, quello del cloud computing. La proposta europea deve fare i conti con il Patriot Act, che autorizza le autorità statunitensi a violare ampiamente la privacy dei cittadini. Ciò, da una parte, rischia di rendere la protezione dei dati dei cittadini e delle aziende europei meno efficace, se le informazioni sono ospitata da un cloud provider americano. D’altro canto, rappresenta un’opportunità per i provider europei. Le compagnie europee per garantire la sicurezza dei propri dati e non rischiare di violare le nuove norme dovranno scegliere cloud provider i cui data center siano localizzati in Europa e posseduti da società sottoposte alla giurisdizione UE.

Ernesto Belisario, esperto di diritto delle nuove tecnologie e contributor di TechEconomy, commenta: “La notizia della riforma della normativa europea è sicuramente positiva in quanto il legislatore, avendo piena consapevolezza delle criticità giuridica legate al fenomeno del cloud, prova a risolverle. L’auspicio è che queste norme siano chiare e arrivino il prima possibile“.

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