Yahoo: il nuovo CEO Thompson non sa nulla di media e pubblicità

A tre settimane dalla sua nomina, il nuovo CEO di Yahoo Scott Thompson non starebbe riscuotendo grandi consensi tra le grandi agenzie di pubblicità dalle quali arriva quasi interamente il fatturato dell’azienda.

A sostenerlo è Nicolas Carlson, giornalista della nota testata BusinessInsider, a seguito di un’intervista con il responsabile di una di queste agenzie, che ha chiesto di restare anonimo: “Mi piacerebbe sapere cosa stesse cercando il direttivo di Yahoo da averlo trovato in lui. Perché io non riesco a capirlo” avrebbe rivelato al giornalista. La prima lamentela è indirizzata al profilo di Thompson (ex CEO di PayPal), da sempre impegnato sul fronte dello sviluppo di prodotti dell’industria tech ma senza alcuna esperienza nel corso della sua carriera nel settore dei media o della pubblicità. E Yahoo è a tutti gli effetti una media company e i suoi ricavi derivano dalla pubblicità che riesce ad attrarre e a veicolare grazie ai suoi contenuti e ai suoi servizi.

Non conosce davvero l’azienda” avrebbe aggiunto l’anonimo informatore “Sa che ci sono delle buone opportunità ma non sa nulla di specifico, credo che non abbia compreso davvero in che tipo di business è Yahoo”. Nell’idea del pubblicitario intervistato, l’azienda non avrebbe bisogno di un esperto di prodotto, “poiché Blake Irving ha già provveduto efficacemente a potenziarlo negli anni passati”, ma di qualcuno che sia in grado di valorizzare meglio l’offerta pubblicitaria nei confronti delle agenzie. E dopo aver incontrato Thompson, avrebbe poi detto l’intervistato, penso che questo possa essere un problema perche “non ha una grande familiarità con il tipo di sensibilità necessaria nei rapporti con le agenzie di pubblicità”. E, considerato che quello della pubblicità è un settore dove contano molto le relazioni Thompson non sarebbe proprio la persona adatta.

Le impressioni non sarebbero comunque tutte negative, perché Thompson, secondo il pubblicitario intervistato, ha “un’elevata produttività individuale”, con cui sa fronteggiare rapidamente gli errori trovandovi soluzioni, soprattutto ora che Jerry Yang, uno dei co-fondatori di Yahoo, è fuori dai giochi, perché ora si aprono per Yahoo “molte interessanti opportunità in termini di strategie che non sarebbero neppure state prese in considerazione” finché Yang era in azienda.

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