Mediaset punta al Web per rispondere alla crisi pubblicitaria

In momenti di crisi, anche le aziende con business tradizionalmente floridi, tornano a guardare la rete con rinnovato interesse. E’ il caso di Mediaset. Il gruppo televisivo a lungo ha rimandato la possibilità di sfruttare a pieno regime sul web i propri contenuti televisivi ed ha combattuto per anni la sua battaglia per contrastare l’upload dei programmi da parte degli utenti, stringendo accordi ed imponendo policy sulla violazione del copyright ai big del settore, come Youtube, guardando agli aspetti negativi di internet senza coglierne le potenzialità.

Ora l’azienda ha iniziato a capire che le prospettive del Web stanno cambiando, e può essere un grave errore farsi sfuggire le opportunità che possono emergere: “Il settore ora inizia a svilupparsi, crediamo sia arrivato il momento giusto per investire in modo massiccio”. Questa la dichiarazione che Giuliano Adreani, A.D. di Mediaset e numero uno di Publitalia, ha rilasciato nel corso di un’intervista al Il Sole 24 Ore, aggiungendo che l’azienda potrebbe “triplicare la raccolta annuale sul web, che nel 2012 arriverà a 30-40 milioni grazie anche a servizi innovativi come i programmi tv disponibili online e la forza del sistema TgCom24, il sito internet e le applicazioni per tablet e smartphone”. La diversificazione del proprio business, l’apertura verso piattaforme innovative e al Web, sembrano poter garantire ottimi risultati.
Ma le ambizioni del gruppo non si fermano qui perchè Andreani ha dichiarato di voler accelerare ancora di più la crescita e di essere  “in contatto con grandi operatori internazionali interessati a potenziare in Italia la loro forza tecnologica con una raccolta pubblicitaria adeguata” aggiungendo che “se ci saranno le condizioni puntiamo a finalizzare un accordo entro l’anno”. Nel mirino potrebbe esserci un big player del web, magari uno meno organizzato di altri in tema di raccolta pubblicitaria. Qualcuno insomma che possa guardare con interesse alle capacità di raccolta del gruppo. Publitalia e lo stesso Andreani non sono peraltro nuovi ad accordi del genere avendo già adottatto la stessa strategia ai tempi del boom di internet, parliamo del 1999, assicurandosi la raccolta pubblicitaria di Excite Italia che, all’epoca dei portali, si contenteva il primato con attori del calibro di Yahoo e Lycos.
Di sicuro la crisi della raccolta pubblicitaria ha giocato un ruolo determinante nell’apertura al web. Nel 2011 il colosso televisivo ha visto diminuire le entrate pubblicitarie del 3% e il 2012 sembra sia iniziato con una contrazione ancora più significativa. Senza considerare i conti della pay tv sui quali si stima una perdita operativa di 70 milioni di euro nel 2011, un costo necessario, secondo Andreani “per arginare la crescita di Sky” alla quale “avremmo lasciato carta bianca, regalandole altri milioni di clienti e creando un potenziale concorrente anche nel nostro core business, la pubblicità”.

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