Aziende cinesi, brand e lo schermo 3D più grande del mondo

Le aziende cinesi producono una buona parte dell’elettronica di consumo che viene immessa sul mercato per conto dei grandi brand mondiali. Lo sviluppo dell’economia e delle conoscenze tecniche e di mercato le spinge, però, sempre più spesso a tentare di trasformarsi da fornitori per conto di società estere a sviluppatori di prodotti propri, nel tentativo di conquistare i mercati mondiali non solo con prodotti Made in China, ma con i brand cinesi.

È il caso del gigante cinese dell’elettronica TCL. La società ha annunciato l’immissione sul mercato del più grande schermo 3D LCD (110 pollici), 2 pollici più grande di quello offerto da Panasonic.

Li Dongsheng, presidente della società, ha dichiarato durante la cerimonia di presentazione: “Abbiamo rotto il monopolio Giapponese e Sud Coreano sui grandi televisori a schermo piatto.”

Le numerose autorità politiche presenti hanno accolto l’annuncio con soddisfazione. Il governo di Pechino sta favorendo simili trasformazioni economiche, sia per motivi di orgoglio nazionale sia per motivi più strettamente legati all’economia: produzione di prodotti brandizzati che hanno un maggiore margine di profitto e più complessivamente la trasformazione dell’economia. Le autorità desiderano che alla produzione conto terzi di prodotti di basso profilo si sostituisca sempre di più lo sviluppo di prodotti originali e di alta qualità, così che l’economia entri in una fase più matura, meno legata ai contratti stranieri e più capace di innovazione tecnologica.

L’operazione potrebbe non essere così semplice. I brand cinesi sono, infatti, poco conosciuti all’estero e spesso anche in patria i marchi internazionali hanno il sopravvento.

Il Ministero dell’industria e dell’Information Technology (MIIT) ha provato a reagire a questo stato di fatto imponendo ai funzionari l’acquisto di auto cinesi, piuttosto che delle automobili tedesche solitamente preferite. Il governo, più in generale, sta cercando di favorire le società che producono “indigenous innovation” tramite i contratti pubblici, cosa che ha suscitato molte polemiche sia internazionali che locali.

Se le compagnie cinesi vogliono conquistare i mercati globali, non possono soltanto competere in un mercato protetto locale.” Ha dichiarato Zhao Yuhai, direttore generale per l’innovazione tecnologica presso il Ministero della Scienza e della Tecnologia, aggiungendo che alcuni brand sono riusciti ad ottenere riconoscimento internazionale, ma è necessario un maggior impegno.

TCL vende già con il proprio brand in molti mercati emergenti, ma non nei mercati occidentali; dove distribuisce sotto brand Alcatel, Thomson e RCA. Li Dongsheng ha sottolineato che “vendere completamente sotto  il nostro nome non è una questione di tecnologia, ma di marketing. Perché se promuoviamo un nuovo brand, il nostro brand, ci vorrà tempo.”

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1 COMMENT

  1. moi je mamuse ses simple erer a decouvrir la technologi du futur écoute sa tou est dans les pixel

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