Primo referendum elettronico in Italia

Il governo italiano ha dato vita al primo esperimento di democrazia elettronica online. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha lanciato una consultazione pubblica in rete su un tema di scottante attualità e molto discusso che potrebbe stravolgere il mondo delle formazione e del lavoro: il valore legale dei titoli di studio.

Il valore legale del titolo di studi viene visto spesso come un ostacolo per l’accesso a un più libero mercato del lavoro o come qualcosa di “datato”; altrettanto spesso viene visto come l’unica garanzia reale di meritocrazia e un modo per favorire la mobilità sociale.

Il Presidente del Consiglio Monti a gennaio  aveva richiesto una consultazione pubblica sull’argomento e il ministro Francesco Profumo ha risposto coinvolgendo i cittadini tramite la rete per la prima volta in Italia. I risultati della consultazione saranno sintetizzati in un report che rappresenterà “il presupposto per tutte le proposte da sottoporre al Consiglio dei Ministri oltre che per i provvedimenti del Ministero“.

Il sito del Ministero spiegando la scelta della tematica sottolinea l’assenza di una disciplina normativa organica dell’istituto e individua tre aspetti  particolarmente importanti: l’accesso alle professioni, il pubblico impiego, gli ordinamenti scolastici e universitari. L’ultimo aspetto non sarà, però, trattato dalla consultazione.

Il referendum, a cui è possibile partecipare iscrivendosi sul sito del ministero, tramite codice fiscale e un indirizzo email da oggi al 24 aprile, porrà ai cittadini una serie di domande divise in 4 Tematiche.

La prima tematica riguarda principalmente la necessita del titolo di studio per l’accesso a determinate professioni o esami di abilitazione. (Es: “Come giudicate la necessità di possedere uno specifico titolo di studio per poter esercitare una determinata professione?”).

La seconda tematica riguarda l’accesso al pubblico impiego. (Es: “Ritenete necessario il possesso di uno specifico titolo di studio per l’accesso al pubblico impiego?” )

La terza tematica è inerente la valutazione differenziale dei diversi titoli di studio. (Es: “Come giudichereste una differenziazione qualitativa di titoli di studio nominalmente equivalenti?).

Per favorire l’espressione di opinioni informate il Ministero mette a disposizione dei cittadini diversi strumenti: ogni tematica sarà “correlata a una breve illustrazione delle principali questioni ad essa afferenti”; per favorire la comprensione dei termini legali sarà disponibile un Glossario di facile accesso; e verrà reso disponibile un dossier del Senato sull’argomento (Dossier n. 280/2011 del Senato della Repubblica “Il valore legale del titolo di studio – Contesto europeo ed elementi di legislazione comparata“).

Con  questa iniziativa il Ministero apre finalmente le porte del palazzo alla cittadinanza digitale: il ritardo accumulato rispetto ad altre realtà non potrà, certamente essere annullato ma un passo, almeno, è stato compiuto.

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