Google: dall’Australia una condanna per pubblicità ingannevole

Nuovi problemi per Google ma stavolta non è il tema della privacy a impensierire il gigante della ricerca, bensì il tema della pubblicità online.

La Competition and Consumer Commission (ACCC) autraliana poche ore fa ha stabilito che Google ha realizzato pubblicità ingannevole tra il marzo 2006 e luglio 2007. All’epoca dei fatti il motore di ricerca avrebbe fornito come risultati di ricerca relativi a “Honda Australia” delle pubblicità pagate da CarSales, un competitor di Honda. Secondo la Commissione questo avrebbe indotto erroneamente a pensare che ci fosse un collegamento tra Honda Autralia e Car Sales, realizzando una condotta “fuorviante e ingannevole“.

Essendo la “tecnologia di Google a creare ciò che viene visualizzato” afferma il giudice, il colosso della ricerca online  è anche  responsabile dei risultati delle ricerche e ha ordinato a Google di prendere provvedimenti per evitare che la pubblicità a pagamento induca gli utenti in fraintendimenti ingannevoli. Ha stabilito, inoltre, che l’azienda paghi le spese del procedimento che va avanti dal 2007.

E’ un importante risultato perchè  dimostra che Google e tutti gli altri motori di ricerca che usano tecnologie simili a quella di Google per la pubblicità, sono direttamente responsabili per i risultati a pagamento considerati ingannevoli” ha sottolineato  il chairman Rod Sims in una dichiarazione.

Ancora nessuna reazione da Mountain View ma a Google, che aveva in precedenza vinto il primo grado di giudizio sulla questione e che si è sempre dichiarata non responsabile, la sentenza della Commissine non deve aver fatto piacere.

Il pronunciamento rischia di creare grossi problemi alla società statunitense che si troverà costretta a implementare un sistema di controllo più rigido degli annunci pubblicitari, cosa tra l’altro non semplice visto il funzionamento della piattaforma in uso. Non è impossibile, inoltre, che altri paesi seguano l’esempio dell’Australia, nel qual caso è il modello di business pubblicitario stesso ad essere a rischio.

Google potrebbe offrire agli inserzionisti una vasta platea e un preciso targeting delle audience, ma importanti elementi caratterizzanti della sua offerta verrebbero almeno parzialmente meno. La piattaforma pubblicitaria abilita, infatti, la creazione rapida e in completa autonomia delle campagne; un più stretto controllo centralizzato diluirebbe questi elementi.

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