Facebook, il sostegno a CISPA e i diritti civili

Il conflitto tra difensori della privacy e della libertà della rete e sostenitori della necessità di norme più restrittive a protezione della sicurezza  informatica (e non), del copyright e dei brevetti, è ormai una caratteristica centrale delle società attuali.

Mentre la difesa delle libertà civili digitali in Germania si pone come spunto iniziale e base programmatica per un più vasto cambiamento politico e il Partito Pirata (Piratenpartei Deutschland, PIRATEN) si trasforma in una credibile forza elettorale; negli Stati Uniti una nuova iniziativa legislativa fa discutere e potrebbe avere vasti effetti sulla rete non solo nel paese, ma nell’intero globo.

The Cyber Intelligence Sharing and Protection Act (CISPA) è una proposta di legge presentata a Novembre dello scorso anno, che di recente è stata molto discussa, ha ottenuto il supporto di molte compagnie tecnologiche che si erano schierate contro iniziative simili e suscitato infinite critiche.

La proposta di legge si concentra maggiormente sulla questione della sicurezza, ma contemporaneamente rinforza la protezione del copyright digitale. Spesso paragonata a precedenti disegni normativi come The Stop Online Piracy Act (SOPA), in realtà contiene delle differenze. Due risultano particolarmente centrali. Per quanto la nuova proposta rischia di avere grossi effetti sulla difesa della proprietà intellettuale, è maggiormente focalizzata sulla sicurezza e la condivisione di informazione al fine di rinforzarla; quindi minaccia più direttamente la privacy dei cittadini e degli utenti stranieri di servizi con base negli USA. La seconda differenza, probabilmente alla base di un differente atteggiamento delle compagnie tecnologiche, risiede in una diversa distribuzione delle responsabilità.

SOPA richiedeva alle compagnie private di tenere traccia di ciò che gli utenti facevano e affidava loro compiti onerosi; al contrario, CISPA conferisce le maggiori responsabilità a un’entità governativa, riducendo così il fardello per i privati e proteggendoli da eventuali cause legali per la condivisione di informazioni con il governo. SOPA cercava di impedire gli utilizzi illegali della rete e puniva le compagnie che permettevano, o non contrastavano “sufficientemente”, questi comportamenti; CISPA permette alle aziende di condividere senza rischi legali informazioni su comportamenti illegali o potenzialmente dannosi.

Molte le compagnie tecnologiche che supportano il disegno di legge, tra le altre Microsoft, Oracle, Intel, IBM, Symantec e Verizon. Facebook, che si era opposta pubblicamente alla precedente proposta (SOPA), è tra le aziende private che sostengono oggi il nuovo disegno di legge.

In un post pubblicato ieri sul blog ufficiale, Joel Kaplan, vice presidente per le politiche pubbliche della compagnia, spiega le ragioni del sostegno. Il manager sottolinea le facilitazioni per la condivisione di informazioni di sicurezza, la non obbligatorietà per le compagnie di cederle (la legge permette la condivisione su base volontaria da parte delle società private) e le possibilità offerte per continuare a proteggere la privacy degli utenti. Kaplan, già nella precedente lettera di sostegno, aveva argomentato in maniera simile che il disegno di legge rimuove gli ostacoli alla condivisione di informazioni tra privati e pubblica amministrazione rinforzando, così, la sicurezza delle reti e di conseguenza permettendo una maggiore protezione dei consumatori.

Dal punto di vista delle aziende, sostanzialmente, la legge prevede pochi obblighi, permette su base volontaria la condivisione di informazioni liberandoli dalle pressioni governative e offrendogli in cambio informazioni, provenienti dal settore pubblico, su minacce informatiche; ed elimina il rischio di potenziali richieste di danni per violazione della privacy qualora condividano informazioni con le agenzie governative; cosa già avvenuta molte volte in passato, ma in assenza di un altrettanto forte quadro legislativo a protezione della società privata coinvolta.

Molte associazioni si oppongono al disegno di legge sottolineando principalmente due aspetti: le potenziali forti violazioni della privacy e le definizioni vaghe che permettono un ampio margine interpretativo.

The American Civil Liberties Union (ACLU) focalizzandosi sul primo aspetto sottolinea che il disegno di legge si configurerebbe come un’“eccezione a tutte le leggi sulla privacy” e le scarse tutele o contrappesi previsti per un simile potere, non prevedendo inoltre nessuna chiara “responsabilità” per l’uso effettivo delle informazioni raccolte.

The Electronic Frontier Foundation (EFF) è dello steso parere: “non c’è quasi nessuna restrizione a quali informazioni possono essere spiate e come possono essere utilizzate.” L’associazione sottolinea, inoltre, la nebulosità della formulazione della legge che permetterebbe ampi margini di interpretazione. “Il linguaggio generico su cosa costituisce una cybersecurity threat lascia la porta aperta all’abuso. Ad esempio, il disegno di legge definisce “cyber threat intelligence” e “cybersecurity purpose” includendo il “furto o l’appropriazione indebita di informazioni private o governative, proprietà intellettuale, o informazioni personali identificabili.”
The Electronic Frontier Foundation fa notare che in questo modo, in una legge che ufficialmente dovrebbe riguardare le minacce informatiche, la cybersecurity, entra la difesa del copyright. “Il linguaggio è così vago che un ISP potrebbe utilizzarlo per monitorare le comunicazioni degli abbonati per potenziali violazione della proprietà intellettuale”. Gli ISP potrebbero addirittura interpretare la proposta di legge in maniera ancora più ampia bloccando utenti ritenuti potenzialmente coinvolti in azioni di violazione del copyright o siti che secondo l’ISP potrebbero ospitare contenuti illegali. Allo steso modo il governo avrebbe molte più opzioni per contrastare siti web che non gradisce, come WikiLeaks, semplicemente dichiarandoli una minaccia alla sicurezza.

Il Congresso vuole usare la minaccia della “cybersecurity” per minare i nostri diritti costituzionali” conclude enfaticamente The Electronic Frontier Foundation.

Il conflitto in corso sembra destinato a perdurare e si configura sempre maggiormente come una delle linee di frattura politica e sociale più forti nella società attuale. La conquista e la difesa dei diritti civili ha rivestito un ruolo centrale in molti movimenti politici e costituito una base di rivendicazione e aggregazione in momenti importanti della storia umana, la difesa della privacy e della libertà della rete potrebbe rappresentare in futuro il punto focale di aggregazione per una nuova politica e lo stimolo per cambiamenti sociali profondi?

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here