USA: i social media in TV funzionano. Parola di Accenture

I canali televisivi integrano sempre più di frequente i social media nella propria offerta, mettendo in evidenza sullo schermo TV i profili social dedicati agli show e gli hashtag pensati per discutere il programma. La strategia, stando ad uno studio di Accenture effettuato negli Stati Uniti, sarebbe efficace e l’offerta social legata agli show televisivi riscuoterebbe un ottimo successo tra le audience.

La diffusione dell’integrazione dei social nell’offerta televisiva è confermata dalla dichiarazione del 64% degli intervistati di ricordare di aver visto un logo legato ai social network sullo schermo. Il successo di questa integrazione dal 33% dei consumatori USA che ha interagito con i simboli social mostrati mentre guardava la TV. La percentuale sale di molto se si considerano solamente le fasce giovanili dell’audience, il 63% delle persone con un’età compresa tra i 18 e i 24 anni ha infatti interagito con i brand “social” mostrati sullo schermo.

L’interazione più diffusa sembra essere quella di iscriversi alla pagina Facebook dello show (20%). Il 7% degli intervistati ha ricercato  hashtag del programma su Twitter e il 5% ha utilizzato Shazam, app mobile in grado di individuare la musica che si sta ascoltando. Ancor più sorprendente l’uso dei QR code mostrati (11%).

Abbastanza sorprendenti anche le motivazione alla base dell’interazione con i brand sociali, che sono meno legate di quello che si potrebbe immaginare alla volontà di partecipare a conversazioni sociali.

Ottenere ulteriori informazioni sui programmi è la ragione principale che spinge le audience a interagire con i social brand mostrati sullo schermo (43%), seguita da ragioni maggiormente legate ai consumi ed ai concorsi a premi. Il 32% utilizza i social, infatti, per ottenere coupon e sconti; mentre il 31% per partecipare a concorsi e lotterie. Il 16%, inoltre, conclude acquisti.

Visualizzare contenuti aggiuntivi video è un’altra forte motivazione all’interazione con i social dello show (26%).

Le regioni più prettamente legate alla partecipazione e alla condivisione, all’interazione sociale e al commento, sono diffuse, ma meno centrali di quanto ci si potrebbe aspettare.  Il 26% utilizza i social media per interagire parlando del programma e il 21% per connettersi con altri con simili interessi. Il 20% lo fa, inoltre, per condividere e raccomandare video e programmi.

I programmi che stimolano di più l’interesse per l’interazione sono le commedie e i drama (34%), seguite a breve distanza dai programmi di news (31%) e dagli eventi sportivi (29%).

I contenuti fruiti via social, inoltre, sembrano soddisfare le aspettative delle audience: solo il 10% di quelli che li hanno utilizzati  dichiara che non hanno soddisfatto le aspettative contro il 74% che dichiara il contrario e il 15% che hanno superato le aspettative. Il rovescio della medaglia risiede nella buona parte di audience che non ha interagito con i social proposti perché riteneva che i contenuti non potessero interessarla (60%). Tra le altre motivazioni al non uso risultano forti l’incapacità a interagire con i simboli social mostrati (23%), il non aver scaricato la necessaria app per scannerizzarli (15%) e il lasso di tempo troppo breve per cui vengono mostrati (11%).

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