Banditi i tweet dalle aule del tribunale di Chicago

Le sentenze giudiziarie che riguardano i più noti casi di cronaca, si sa, affascinano da sempre il grande pubblico, che segue le varie fasi del processo sui media, e le aule dei tribunali dove si svolgono sono sempre più affollate da giornalista in cerca di indiscrezioni, pronti a lanciare in anteprima le ultime notizie, a volte minuto per minuto ricorrendo alle piattaforme di microblogging.

Ma le informazioni che trapelano in anteprima possono determinare problemi sul corretto svolgimento del processo: proprio per questo motivo è stato bandito l’uso di Twitter nel tribunale di Chicago, dove si terrà il processo al presunto responsabile dello sterminio nel 2008 della famiglia della cantante e attrice Jennifer Hudson.

Secondo i giudici il microblog rischia di compromettere il diritto dell’imputato ad un giusto processo. Pronta è arrivata la replica dei giornalisti, che definiscono essenziale l’uso della piattaforma per la cronaca in tempo reale di ciò che accade in aula.

“Questo divieto ci preoccupa – ha detto Ed Yohnka, portavoce a Chicago per l’American Civil Liberties Union (Aclu)- Twitter e i social media sono semplicemente la versione nel XXI° secolo di ciò che facevano i giornalisti in passato, ossia raccolta e diffusione di notizie. Credo che anche i giudici debbano usare tali strumenti per rendere i processi più comprensibili al pubblico”.

I magistrati ritengono invece che la pratica di twittare possa distrarre la giuria e i testimoni. “Non vogliamo – ha spiegato il portavoce del tribunale di Cook County in Illinois – che il processo diventi un circo”. 

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