Manuale del twittator cortese

Questo articolo non è destinato a te, manager o imprenditore che devi usare internet per la tua azienda. No, è destinato a te, che sarai pure manager e imprenditore, ma hai deciso di iscriverti a Twitter di tuo, per curiosità, e per non essere sgamato magari lo hai fatto pure con il nick “Orsetto66”, anche se sei noto in azienda come il Greezly tagliatore di teste più assatanato. Un paio di dritte te le meriti.

La prima, caro “Orsetto66”, è che non durerà a lungo. Che non ti sgamino come “Orsetto66”, intendo. E non perché ci saranno congiure di gelosi hacker fra i tuoi colleghi che ti pedineranno virtualmente per scoprire la tua identità segreta. No, fidati. Nel 99% dei casi l’identità tua segreta la rivelerai tu, prima o poi: o perché la segretaria carina del reparto personale – sì, quella là che tampini da un anno, non fare il finto tonto – vorrà capire chi diavolo è “Orsetto66” che si è iscritto subito fra i suoi followers, soprattutto perché lei ne ha solo tre e due sono le sue cugine; o perché – e questo credimi è ancora più probabile della storia con la segretaria carina – sarai tu stesso a scoprirti, saltando di gioia in mezzo ad una riunione dell’ufficio personale gridando a squarciagola: «Anna Tatangelo mi ha ritwittato!»

Perché diciamocelo, caro manager compassatissimo che appena iscritto a Twitter ti sei immediatamente fatto follower di Obama e De Bortoli per far vedere che sei impegnato ed aggiornato, su Twitter il richiamo del vip è forte. Solo che deve esserti ben chiaro che Twitter non è il numero di telefono personale del tuo vip del cuore. Per cui evita di iscriverti alla Tatangelo o a qualche altra e poi inondarla di tweet tipici da fan: “Sei bellissima!”, “Ti seguo da anni!” “Ho tutti i tuoi dischi”, etc. Il Vip su twitter in genere non risponde, o risponde solo ad altri vip, o più probabilmente non sa nemmeno come si apre il suo account twitter, che è gestito dallo stagista più sfigato del suo ufficio stampa, ed è autorizzato a postare solo e soltanto le date dei suoi concerti.

Altra cosa, ti prego, ti prego ti prego: NON chiedere al Vip -ma nemmeno alle persone mediamente famose che incroci su Twitter – il retweet. Sì, lo so, ti piacerebbe tanto raccontare ai nipoti che un giorno la Tatangelo (ok, la smetto con la Tatangelo. La Mannoia va bene?) ha ritweettato un tuo pensierino: si prova lo stesso brivido di quando la maestra in prima elementare ci ha fatto leggere il primo tema in piedi davanti alla classe. Però non si fa. Il retweet o è spontaneo o non conta nulla: se scrivi un tweet carino e arguto magari te lo retweettano in mille lo stesso, persino qualche vip intelligente (non è escluso a priori che ne esistano).

E un’altra cosa, Orsetto66: se scrivi dei tweet tuoi, fa’ che lo siano veramente. Non copiare, e se citi metti la fonte. Non c’è nulla di più patetico che millantare come proprie frasi ad effetto per far credere che si possiede una vena letteraria segreta e misconosciuta. Oltretutto, con Google, ti sgamano in due secondi netti. Se non hai niente di interessante da dire, o proprio non ti vengono tweet da nobel per la letteratura, lascia perdere, oppure posta quello che ti passa per la testa sinceramente, senza paranoie di ambizioni letterarie frustrate per anni e costrette a cristallizzarsi malamente in 140 caratteri di botto. A cercare di copiare malamente belle frasi altrui si faceva brutta figura anche al liceo, e su Twitter è peggio.

Anche perché diciamocelo sinceramente: quando parli in sala riunioni di cose che sai sei infinitamente più interessante, credimi, di quando ricicli come se fosse tua qualche banalità finto poetica che hai ripescato nelle cartine dei Baci Perugina. A meno che non la mandi in DM alla segretaria carina del reparto personale che tampini in segreto. Ecco, in quel caso, magari, potrebbe avere un perché.

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6 COMMENTS

  1. se posso…galatea a volte sembra che parli ai tuoi alunni e non ai manager però…
    oppure questi manager sembrano tanti “dementi virtuali”. Insomma non è proprio così

  2. lavoro coi prof come galatea ed è anche peggio…

    Twitter non è Badoo. Su twitter sei in pubblico e te ne rendi conto al secondo Tweet di essere in pubblico. Per dire…lo ha capito anche mia suocera eh

    Ci può stare l’ingenuità nel primo approccio a Twitter, solo che non è proprio così, ripeto.

  3. Il tuo post mi è piaciuto molto complimenti per l’analisi lucida ed ironica del fenomeno.

    Se hai modo e tempo sarebbe carino scrivere un post simile su Facebook, ad es. le tipologie degli aggiornamenti di stato o la dinamica delle chat tra soggetti che hanno stretto amicizia, ma che non hanno nulla da dirsi.

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