Bernabè: al via rilancio investimenti Telecom. Rete resta centrale.

Bernabè si dice pronto a rilanciare gli investimenti nella banda ultralarga fissa e nel mobile, dove Telecom Italia conta di investire 9 miliardi di euro nei prosimi tre anni, solo in Italia. “Nel 2008 avevamo un debito che in rapporto al fatturato era più o meno pari al rapporto deficit Pil del Paese, e avevamo un grave problema di competitività“, oggi “abbiamo riportato il debito al livello del fatturato, abbiamo recuperato competitività e abbiamo fatto la nostra spending review tagliando costi per oltre 4 miliardi. Siamo tra le società di telecomunicazioni quella che può guardare al futuro con maggiore serenità“. Lo dice in un’intervista alla Stampa il presidente di Telecom Italia Franco Bernabè, che su La7 aggiunge: ora ci sono le condizioni per vendere e garantire “la massima trasparenza e la salvaguardia dei valori che La7 ha creato in questi anni”.

In Italia quest’anno Bernabè, dopo i buoni risultati riportati dal gruppo, punta a rilanciare gli investimenti. “Nella banda ultralarga fissa, stiamo posando fibra a spron battuto in tutte le principali città italiane, nel mobile abbiamo messo la rete a 42 MB nelle grandi città e stiamo già iniziando lo sviluppo delle reti di questa generazione a banda ultralarga“. In tre anni Telecom Italia conta di investire “9 miliardi di euro, solo in Italia“.

Sul tema della rete, Franco Bernabè ha dichiarato, in risposta ad una domanda di un analista, che non ha “intenzione di perdere il controllo della rete, che resta il nostro asset chiave” ma “siamo aperti a valutare ogni ipotesi che renda più trasparente l’accesso alla nostra rete e che crei valore per i nostri azionisti” .

Continuerò personalmente a impegnarmi presso gli enti regolatori europei per migliorare la nostra posizione sul broadband ma la rete di accesso rimarrà l’asset più importante e di nostra proprietà“, ha continuato Bernabè presentando i conti di Telecom in conference call. “Tuttavia – ha aggiunto, sollecitato da una domanda – così come abbiamo fatto con Open Access, quando abbiamo deciso di lanciarci in una separazione organizzativa che ci ha dato grandi vantaggi in Italia da un punto di vista regolatorio, abbiamo deciso di esplorare le opzioni che possano presentarsi“. “Non ci sono pressioni esterne per una possibile separazione, mi sembra che ci sia in un ambiente regolamentare corretto nei nostri confronti” ha concluso l’AD di Telecom Italia.

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