Dal Salone del Libro di Torino, dedicato quest’anno alla “Primavera Digitale”, arrivano alcuni interessanti dichiarazioni, rilasciate dai protagonisti della manifestazione nei loro interventi, ed i dati sul mercato editoriale digitale in Italia.
Secondo Riccardo Cavallero, direttore generale di Libri Trade del Gruppo Mondadori, “l’evoluzione futura è nei tablet e andiamo verso la multidisciplinarieta”, ed a supporto di questa tesi sono stati presentati i dati raccolti dal Politecnico di Milano e dal Centro di Ricerca Cefriel, ad indicare come nel mondo, ad oggi, circolano circa 80 milioni di tablet e 30 milioni di e-reader.
Gian Arturo Ferrari, presidente del Centro per il libro e la lettura, ha sottolineato ulteriormente come ci si trovi “di fronte ad una frattura totale nella storia dei libri. Non solo cambia il mezzo su cui sono scritti ma cambieranno tutte le figure legate al libro” .
“Negli ultimi 5 anni si è contratto il mercato tradizionale dei libri: ha perso circa mezzo miliardo di euro (12-13%)” ha spiegato Andrea Rangone, responsabile Osservatorio ICT del Politecnico di Milano. Le vendite dei libri cartacei sui siti Internet specializzati sono cresciute nell’arco che va dal 2008 al 2011 del 4%, da 40 a 135 milioni di euro. Per gli ebook solamente un aumento dello 0,4% nello stesso periodo, anche se da qui a 5 anni Rangone,stima che “il mercato degli e-book più l’e-commerce rappresenteranno il 35% sul totale del mercato dei libri in Italia”.
Secondo la previsione di Rangone “il futuro degli editori dovrà essere quello di imprenditori, non esisterà più il lettore ma il consumatore digitale. Esisteranno le competenze digitali, non editoriali e non ci sarà più il prezzo di copertina ma altre fonti di guadagno”.
Andrà rivista, come sottolinea Alessandro Bompieri, “la catena del valore che parte dall’autore ed arriva al consumatore. Con il self publishing esiste la possibilità per gli autori di saltare il ruolo dell’editore. Il grande business lo sta facendo Amazon, ma per gli autori è meno rilevante di quanto non appaia. Molti sono i casi di autori che dal self publishing sono passati all’aiuto di un editore per poter crescere”.
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