Le Smart School e la “primavera digitale” della scuola italiana al Salone del Libro di Torino

Luca, Giacomo, Alessandro, Gabriele, Marco, Veronica, Michaela (con l’acca, che ci tiene!), Elena, Niccolò. Tutti insieme forse non raggiungono 150 anni: guarda caso quei 150 anni dacché l’Italia è unita. Li ho conosciuti ieri, al Salone del Libro di Torino, dove sono stato invitato a condurre un convegno in cui il Ministro Profumo li ha incontrati per raccontare assieme a loro le storie di una scuola che è  spesso più “smart” di quanto non si pensi. E così ho conosciuto la “Classe Digitale 2G” dell’I.I.S. Giulio, i cui studenti realizzano da soli i propri libri di testo, naturalmente multimediali ed in formato eBook; le “Classi 2.0” del Piero Calamandrei, in cui gli studenti usando tecnologie cloud hanno inserito strumenti di collaborazione in rete nella didattica quotidiana; la “Scuola 2.0” dell’ITIS Majorana, che fa didattica con blog e forum, ha sviluppato una WebTV ed ha addirittura studenti che assistono le altre scuole per aiutarle ad essere …più smart.

 Queste, come molte altre della nostra scuola, sono storie importanti da raccontare. Lo sono per tanti motivi.

  • Sono storie importanti perché mostrano una scuola che cambia. Cambia nel modo di fare didattica, nel modo di vivere il rapporto tra docenti e studenti, nel modo di concepire l’educazione e la formazione. Certo, non tutte le scuole sono Smart School, ma se anche solo alcune di esse riescono ad esserlo, ciò dimostra che si tratta di un cambiamento possibile. Anche (e soprattutto) in un momento di crisi come il nostro.
  • Sono storie importanti perché proprio in questo momento, in cui troppo spesso viviamo sotto il peso di una cappa di pessimismo che togliendoci il fiato uccide la voglia di sognare ed annichilisce la nostra capacità di progettare e crescere e sperare, ci dimostrano che un futuro, per il nostro Paese, è possibile. E lo dimostrano oggi. Nel presente. Perché mentre di Smart City si parla tanto al futuro, le Smart School che hanno tenuto banco ieri a Torino non sono progetti, non sono idee, non sono proiezioni. Sono esperienze al presente. Sono fatti concreti. E ciò ci permette di pensare che quando si parla di Smart City – ed oggi lo si fa forse troppo ed a volte a sproposito – si sta parlando comunque di uno scenario davvero possibile. Le Smart School incontrate ieri al Salone del Libro, con i loro studenti ed i loro insegnanti, ci mostrano come capacità, buona volontà, entusiasmo e voglia di fare possano farci superare gli ostacoli più impervi. Ci danno la prova concreta del fatto che in un prossimo futuro, come già alcune scuole tutte le altre – e le intere città – potranno essere più smart.
  • Sono storie importanti perché fanno capire come la strada verso le Smart City debba cominciare proprio dalla scuola. Perché è la scuola che deve dare agli studenti quegli strumenti tecnici e culturali che consentano loro di comprendere le dinamiche del cambiamento in atto: è la scuola che deve metterli nelle condizioni di servirsi della tecnologia, piuttosto che di subirla. E perché è la scuola di oggi che deve far si che le Smart City di domani siano abitate da cittadini consapevoli dei propri diritti e delle proprie opportunità. Siano insomma abitate da “Smart Citizen”. E gli Smart Citizen non sono solo coloro i quali conoscono e comprendono le tecnologie. Sono piuttosto coloro che – attraverso tale conoscenza – riescono a sviluppare un nuovo, diverso e più intenso livello di partecipazione civica, culturale e sociale. Sono insomma coloro i quali riusciranno a far propri i concetti di quell’Open Government del quale oggi tanto si parla. E si parla soltanto.

Ieri, al Salone del Libro, un Ministro attento e partecipe ha ascoltato i suoi studenti, ed ha raccontato loro un futuro difficile, ma possibile. Possibile grazie a loro, perché in un momento in cui il Paese non ha più risorse, sono proprio loro la nostra vera risorsa.

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1 COMMENT

  1. La scuola è più smart di quanto si pensi e si creda. Ogni giorno, ogni ora di didattica è un’opportunità. Spero che il nuovo ministro faccia di tutto affinchè siano più valorizzate queste esperienze. Fino a questo momento ho registrato tanti buoni propositi, tanta buona volontà, tanto ottimismo ma…. pochi, pochissimi fatti concreti. Spero che il ministro mi smentisca con provvedimenti che puntino a valorizzare realmente e TANGIBILMENTE quanto di “smart” e di veramente buono e nuovo c’è nella Scuola Italiana.

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