Epson: nuova ricerca su architettura e tecnologia in Europa

Presentati i risultati dell’indagine 20|20 Vision condotto da Epson, l’azienda leader nel campo del digital imaging. La ricerca offre un interessante spaccato della situazione europea nel campo dell’architettura, indagando il rapporto che i professionisti del settore hanno con la tecnologia. La situazione, a giudicare dalle performance dei singoli paesi, è piuttosto eterogenea e, seppur con esiti tutt’altro che positivi, vede l’Italia in una posizione mediana, rispetto agli stati inclusi nel campione.

Procediamo con ordine. La ricerca di Epson prende in considerazione cinque paesi – oltre all’Italia, figurano Spagna, Germania, Regno Unito e Francia – e si basa sia su interviste condotte su un campione di 500 studi di architettura, sia sulle autorevoli opinioni di esperti di fama internazionale, tra i quali l’italiano Antonello Stella. Come dichiara l’azienda giapponese, “il progetto Epson 20|20 Vision nasce proprio dalla volontà di comprendere al meglio le necessità degli studi di architettura francesi, tedeschi, italiani, spagnoli e inglesi nel contesto competitivo attuale e futuro. […] La ricerca ha preso in esame le opinioni espresse riguardo a temi come previsioni di crescita, ambizioni professionali, concorrenza e opportunità, ruolo della tecnologia negli studi di architettura, competenze e know-how di questa e della prossima generazione di architetti”.

I risultati della ricerca premiano Francia e Regno Unito, ed evidenziano, viceversa, un ritardo nell’adozione di tecnologie di supporto all’avanguardia nel nostro paese e, soprattutto, negli studi di architettura di Germania e Spagna.
Un ritardo che, in realtà, si ritrova non solo nell’effettivo utilizzo di software ed hardware specifici e dedicati, ma anche nelle percezioni stesse che i professionisti del settore nutrono riguardo questi ultimi.
Scomponendo il dato aggregato, che vede un architetto europeo su tre riconoscere la fondamentale importanza della tecnologia nel proprio campo lavorativo, le differenze a livello nazionale sono evidenti: nella coppia leader, infatti, ben il 60% degli studi giudica l’innovazione tecnologica come la chiave per ottenere un vantaggio competitivo nei confronti della concorrenza, contro un modesto 20% del terzetto composto da Italia, Spagna e Germania. Dunque, questa mancata adozione delle nuove tecnologie sembra derivare, in alcuni casi, da una precisa scelta professionale.

Tali atteggiamenti, come evidenziano i dati, trovano un concreto riscontro nel livello qualitativo di hardware e software utilizzati in Italia. Solo il 7% degli architetti, infatti, giudica all’avanguardia la dotazione tecnologica di cui fa uso nel proprio studio, mentre il 39% la ritiene appena sufficiente. Addirittura uno su cinque, il 20%, la definisce obsoleta, se non addirittura inesistente.

Andando nello specifico, Epson presta un occhio di riguardo al Building Information Modeling, il processo di gestione di ogni informazione riguardante un singolo edificio. Dal management coordinato dei dati sui manufatti edilizi, con l’ausilio di software appositi, scaturiscono importanti vantaggi, sia a livello predittivo (stima più accurata dei costi per un intervento, previsioni circa la fattibilità del medesimo, etc.), sia sul versante realizzativo.
Tecnologie BIM sono utilizzate dall’82% degli architetti inglesi e dal 71% dei colleghi francesi. L’Italia, con un discreto 48%, si colloca a metà classifica, seguita da Germania e Spagna, al 36%.
Le opinioni raccolte riguardo il BIM evidenziano una sorta di “vorrei ma non posso”. Infatti, nonostante la maggior parte degli studi riconosca i notevoli vantaggi legati all’uso di tali tecnologie, molti di essi non avrebbero il know-how per servirsene. Inoltre, la spesa legata all’introduzione di innovazioni di questo tipo in azienda è elevata.

Virando sul versante hardware, gli architetti italiani vedono come una priorità l’incremento dell’utilizzo di stampanti, proiettori e tablet nel proprio studio, strumenti fondamentali nella presentazione e nell’esposizione dei progetti. Ad oggi, in Italia, per le presentazioni più complesse, il 35% degli architetti ricorre a soggetti terzi specializzati nella stampa multiformato di alta qualità. Percentuale, tuttavia, destinata a scendere al 19% entro il 2020, grazie all’introduzione sul mercato di soluzioni più economiche e user friendly.

Dati non troppo confortanti, in sostanza, quelli forniti da Epson, che evidenzia come “in un’epoca in cui la tecnologia è fondamentale per aumentare la produttività e la qualità riducendo al contempo i costi, gli architetti rischiano di restare indietro nella corsa all’aggiornamento”, confermando così il ritardo percettivo emerso dalla ricerca.

Tuttavia, le parole di Renato Sangalli, Business Manager Prographics di Epson Italia, lasciano intravedere un cauto ottimismo: “se negli ultimi anni le condizioni economiche hanno senza dubbio ostacolato i programmi di aggiornamento tecnologico, molti architetti oggi conoscono i vantaggi di un investimento prudente in nuove tecnologie in grado di migliorare la qualità di processi interni e prodotti”.

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