Ancora su Volunia, Marchiori, Responsabilità ed autoassolvimento

Viene da pensare che Marchiori  in fondo sia davvero un genio. Per un paio di citazioni in un paper è diventato il “padre dell’algoritmo di google”. Si è reso protagonista di una delle presentazioni più sconclusionate della storia del Web e tutti lo hanno osannato come il grande innovatore italiano (una specie di Sylvester Stallone della matematica). Ha rilasciato in beta un motore di ricerca così malmesso da costringerlo, per fare le ricerche, ad una partnership con un altro motore di ricerca eppure nessuno si è meravigliato. Ha paragonato i suoi utenti a galline che grazie a lui avrebbero imparato a volare …e nessuno lo ha mandato a quel paese. Nemmeno quando dopo aver lanciato Volunia come un motore di ricerca qualcuno ha ipotizzato che in fondo Volunia non fosse proprio un motore di ricerca ci si è chiesti se non ci fosse qualcosa che non andava in tutta la storia.

Ma la cosa più significativa è che dopo essersi reso protagonista di un fallimento dietro l’altro pubblica una lettera nella quale, senza dire nulla di concreto, annuncia che lascerà il suo progetto (dissociandosi da se stesso?).  Naturalmente per colpa di “altri”. Presumibilmente brutti e cattivi. E tutti i giornali la pubblicano pedissequamente, quasi fosse una lettera aperta del Presidente della Repubblica.  Ditemi voi se tutto ciò  non vuol dire essere dei geni della comunicazione.

Ma forse il motivo del successo di Marchiori è un altro. Non è un genio della comunicazione. È piuttosto la metafora perfetta dell’Italia di oggi. Un Paese che in potenza avrebbe risorse straordinarie, ma che in atto fatica a tenere il passo con i tempi. Un Paese che inspiegabilmente molti amano, mentre fa di  tutto per non far niente di buono. Un Paese che non sa fare sistema. Un Paese che o lo si ama o lo si odia, ma che non può lasciare indifferenti (ed infatti tutti ne stiamo parlando). E così Marchiori rappresenta alla perfezione quell’Italia che arranca e fatica, vedendo buone idee dove in realtà ci son solo pastrocchi, e spacciando per rivoluzioni minestre riscaldate. Che tanto nessuno dirà mai che il Re è nudo, perché in fondo un po’ nudi lo siamo tutti. E non è un caso che qualcuno perfidamente paragoni Marchiori  a Schettino, che quando la nave affonda abbandona l’equipaggio e i passeggeri attribuendo colpe a destra e manca, senza voler guardare alle sue responsabilità.

Marchiori e Schettino sono l’Italia di oggi. L’Italia che sbaglia e si autoassolve. L’Italia che assolvendo Marchiori e Schettino assolve se stessa.

Chiunque abbia esperienza d’azienda e di startup sa bene che nessun manager con un minimo di amore per la sua idea (oltre che con un minimo di amor proprio) scriverebbe una lettera come quella che tutti i giornali hanno pubblicato. Eppure Marchiori non riesce a non attirare le simpatie di quanti dicono “bravo, almeno ci ha provato”. Perché in un Paese come il nostro, oggi, provarci è già considerato un risultato. I risultati veri, poi, son secondari. E quindi il fallimento di Marchiori un po’ ci rasserena. Assolvendo Marchiori assolviamo un po’ anche noi stessi. Che se si riesce è perché si è bravi. Altrimenti la colpa è comunque di qualcun altro.

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42 COMMENTS

  1. Mi chiedevo infatti per quale motivo la sua lettera mi avesse profondamente annoiato … il tuo post è stato illuminante in tal senso. E’ una storia vecchia e risentita mille volte in questo paese: la difficoltà ad arrivare da qualunque parte (verità, progetti, cambiamenti). Questo sta diventando un paese fondamentalmente astratto, che non si confronta con la realtà, che teorizza grandi idea via via sempre più favoleggianti ma non riesce a cucinarsi un uovo. Non sarebbe male scendere un po’ dal piedistallo prima di “fare il botto” e ricominciare a fare le cose, magari piccole, ma reali e concrete.

  2. Oddio, veramente io ne ricordo più di uno (e io fra di loro) che a suo tempo aveva detto “beh, tutto qui?” di Volunia, e criticato pubblicamente la pessima figura della presentazione e la fumosità del progetto. Non erano mancate le controaccuse di essere antipatriottici e disfattisti, ma a quelle personalmente non mi toccano più di tanto.

    • Concordo, anche a me non era piaciuto, non ci ho mai creduto e ieri che l’ho provato mi è sembrato ridicolo. Ma guai a dirlo! Disfattista anti italiano, ecco come venivo additato.

  3. Condivido tutto, pienamente. Complimenti prof. Epifani. C’è sempre qualcuno che è colpevole dei nostri disastri, mai noi.

    E condivido anche il commento di Paola, “Fare” è una parola in disuso. Miliardi di teorie ed idee illuminanti, ma poca pratica. Siamo un paese a cui piace sognare, diamo visibilità alle idee, alle illusioni ed alle rivoluzioni ma non ai piccoli passi. Che sono quelli che producono veri cambiamenti.

  4. Io comunque avevo capito leggendo la lettera che è stato fatto fuori, non che si è dimesso lui..!!!
    Ho capito male?

  5. “Chiunque abbia esperienza d’azienda e di startup sa bene che nessun manager con un minimo di amore per la sua idea (oltre che con un minimo di amor proprio) scriverebbe una lettera come quella che tutti i giornali hanno pubblicato.”

    Calcola che ieri pomeriggio appena letta la lettera ho detto la stessa cosa. Mah.

  6. Dopo aver letto la lettera di Marchiori nella giornata di ieri ho avuto dei pensieri di cui volevo scrivere sul web, leggendo oggi questo articolo di Epifani, mi sono chiesto, se avevo scritto il mio pensiero da qualche parte nel web. E’ incredibile ma dalla prima all’ultima parola di questo articolo corrisponde al mio pensiero. Complimenti Epifani. Diciamo pure che in Italia lavoriamo per autolesionarci e per autoassolverci, è l’unica pura verità.

  7. Diciamo che si può discutere sul metodo (personalmente rientro nella categoria di coloro che i panni sporchi li lavano in casa). Per il resto da subito (ero fisicamente presente alla presentazione) si è visto che in Volunia c’era qualcosa che non andava. L’errore più grande a mio avviso è stato quello di comunicazione, avendo voluto far credere (complici la maggior parte dei giornali) che si stesse creando un SE alternativo a quello di Google, quando, si è poi scoperto, l’obiettivo era tutt’altro. A Marchiori credo pertanto vada senz’altro attribuita la colpa di non aver avuto gli attributi per imporre la propria idea e di aver portato avanti il progetto di conseguenza.

  8. La stragrande maggioranza della gente, media e professori universitari compresi, celebra e considera Steve Jobs come un grande genio:
    sarebbe considerato come tale se avesse fallito? Stesse sue idee risultati differenti.
    Ancora, quando Apple era a rischio di default, parola innovativa e considerata elegante per dire Fallimento, in Italia gli avrebbero ancora concesso i giusti finanziamenti per risollevarsi come ha fatto? Oppure l’avrebbero lasciata colare a picco? Mi vien da pensare che la più grande fortuna di questa azienda sia stata proprio quella di non essere italiana.
    I manuali di “Oceano blu” celebrano il caso de “Le cirque du solei” come caso aziendale esemplare e di successo: In Italia l’ideatore di questa idea, di questo concetto, l’avrebbe potuta sviluppare e godere dei giusti frutti del suo successo oppure, “qualcuno” dotato dei mezzi finanziari idonei lo avrebbe ascoltato e poi scippata l’idea, la sviluppava senza il suo ideatore? (certo, queste brutte cose, succedono anche all’estero ma da noi, in Italia succede di più?)
    Sulla vicenda di Volunia e di Marchiori, non mi sono espresso prima e nemmeno mi metto a tirar sassi ora; a sensazione, sensazioni di un ignorante, mi pare di poter cogliere un no so che di stonato sia prima, durante e ora, nel commentare il naufragio. Qualcosa manca.
    Non sò se sia vero ciò che scrive Marchiori “Sono stato fatto fuori” questo non conta?
    Il fatto è, sensazioni di un ignorante beninteso, che in Italia conta più che la scatola sia bella e non il suo contenuto, e anche ora quante belle scatole vuote ci stanno vendendo non solo nel campo dell’IT e anche con l’aiuto di molti “opinion leader”?
    In Italia, strana e brutta cultura stà prendendo piede e più che in altri Paesi: O è bianco oppure è nero, mai grigio; anziani o prossimi tali contro giovani e mai anziani e giovani assieme per cercare il vero sviluppo e per lavorare fianco a fianco.
    Nella prima metà del secolo scorso si è celebrata la “meravigliosa” Idea del “Super Uomo” come è finita? Oggi si vuole celebrare l’idea del “Super Genio”o sei un genio oppure crepi di fame (quanti “illuminati libri di cultura stanno predicando questo”)?
    E quante favolose idee di supergeni hanno portato
    il nostro paese in questo stato nell’interessato silenzio di altrettanti intelligenti opinion leader? Tutte pessime e cattive idee che si son realizzate spacciandole per buone idee.
    Certo siamo un paese in grave crisi economica ma la crisi più grave e che mancano veri “Illuminati”capaci di creare nuovi veri sistemi, la crisi più grave è il grande spreco di risorse umane di ogni età che si stà mettendo in atto in questo nostro “Grande, meraviglioso Paese?” in nome del “Supergenio” che magari “Genio” non è ma, appare come genio grazie ad abili “opinion leader” (e in questa affermazione non mi riferisco a Marchiori)
    Salire sul carro del vincitore è pratica molto diffusa in Italia, seppoi queste idee sono datate poco importa, l’importante è esserci su quel carro.
    A lapidare i perdenti, solo alcuni dei perdenti e non anche chi ci stà dietro a questa sconfitta, la piazza è sempre affollata.
    La Via del chiedersi cosa non ha funzionato e cosa potrebbe ancora funzionare nella idea di Marchiori soprattutto senza escluderlo, è deserta.
    Anche su questo si dovrebbe riflettere, ma, si riflette? Non abbastanza.

  9. Epifani, un bravo giornalista dovrebbe coltivare l’amore per la verità, non scrivere parole per il gusto di avere il maggior numero di “like” ( le piace vincere facile!). Le do un aiutino…acqua, fuocherello, fuoco…I punti sulla vicenda sono essenzialmente due: Massimo ha dovuto sottostare al volere dell’investitore…”Si parte a febbraio e ci metti dentro un motore di ricerca. Io ci metto il mio web designer e curo l’aspetto della comunicazione”. Massimo ci mette la faccia, per il bene del progetto. Poco dopo il lancio di Volunia, un bel giorno l’investitore arriva a Vigonza, sede di Volunia, e dice “Ora non sei più il direttore tecnico e si fa come dico io”. Da qui avvocati, tentativi di trovare una soluzione da parte di nuovi, probabili investitori. A qualche giorno dall’apertura “pubblica” di Volunia, dopo l’ennesimo tentativo di scalzare l’investitore uscito di senno, Masimo decide di tirarsene fuori. Fine della storia. Riveda e corregga l’articolo, credo si sia concesso alcune licenze di troppo

    • Concordo.

      Dissento anch’io totalmente dal dott. Epifani.
      Il prof. Marchiori, che peraltro non conosco neanche di fama (mea culpa), ha detto semplicemente che voleva fare una cosa e non gliela fanno fare.
      Non mi sembra una cosa tanto difficile da credere.
      A lei dott. Epifani non capita mai?
      Secondo me in generale può capitare e se si dice che in realtà la questione è un altra bisogna anche portare solidi argomenti a supporto.
      Ma non ne vedo.

    • “ha dovuto sottostare”??? E chi lo ha obbligato? Un manager si vede dai risultati che raggiunge, e Marchiori ha dimostrato di non essere un manager. Quello che dice non fa che confermare quanto asserisce Epifani: Marchiori non è stato in grado di gestire la sua idea per portarla al successo!!

    • Se conoscesse il Prof. Epifani, saprebbe che dei like non gliene frega nulla. Il fatto di averne avuti tanti però dimostra che quanto dice non deve essere evidentemente così assurdo! E comunque guardi a cosa dicono gli startupper di marchiori, che ha dimostrato di essere inadeguato al ruolo di cui si è fatto carico!

  10. lo spunto di riflessione di questo post è da non sottovalutare.

    Interessanti anche le reazioni e i commenti.
    In particolare partirei da quello di Giulia.
    la frase: “Massimo ci mette la faccia, per il bene del progetto” è secondo me esattamente il cuore del discorso.
    Un business è un business, nulla dovrebbe essere fuori bilancio, fuori piano, gratis.
    Perché se accade si rischia di perdere la strada, ed è quello che è accaduto in effetti.
    La reputazione di Marchiori, spesa largamente con i massmedia, strideva con la natura del progetto.

    Si può trarre una lezione generale? forse sì: noi italiani continuiamo ad essere talentuosi ma dobbiamo imparare a fare business nel mercato globale, a confrontarci (e anche fallire) nel vero mercato.
    Purtroppo quello a cui siamo stati abituati per troppo tempo non è realistico né sostenibile, a partire dalla ricerca, mantenuta astrattamente in vita separata dal business.

  11. Trasformare le idee in affari,lavoro, soldi, investimenti e margini ci vuole tenacia, passione, visione e … Compromessi accetabili senza i quali si rischia di essere fuori dalla realtá.

  12. “senza dire nulla di concreto”

    Se non legge nulla di concreto in quella lettera probabilmente non vuole leggerlo.

    Questa idea dell'”autoassolvimento” di Marchiori onestamente non riesco a capire da dove l’abbia tirata fuori. Il punto è che Marchiori non ha affatto parlato di “un fallimento dietro l’altro”, avrebbe continuato a portare avanti il suo progetto per farlo crescere, a dispetto di tutte le critiche come le sue, per carità legittime e in parte fondate, ma che lasciano il tempo che trovano se non si va a vedere come poi l’idea iniziale si evolve e continua a vivere fra le comprensibili difficoltà iniziali.

    Insomma, Marchiori non ha detto “ho fallito per colpa del mio cattivo AD”, ma ha soltanto detto “ero pronto ad addossarmi le critiche di idee discutibili pur di portare avanti il progetti, ma SONO STATO FATTO FUORI”.

    L’autoassolvimento ce lo vede solo lei, sig. Epifani. Poi il paragone con Schettino è assolutamente ridicolo, e, considerato che La leggo abitualmente, rimango assolutamente senza parole.

    Come ha scritto qualcuno prima di me, inventarsi dei titoli del genere per ottenere qualche visualizzazione e qualche “Like” in più, non mi pare degno di lei.

    Ma, d’altro canto, di metafore dell’Italia di oggi se ne possono fare tante… ad esempio, anche quella di persone che giudicano e blaterano parole a caso, per il solo gusto di darsi un tono.

    • Eccone un altro! Ma fatemi capire: come la valutate la qualità di un progetto? Dalle intenzioni? E siete sicuri che dire che il Prof. Marchiori magari ottimo ricercatore ma evidentemente pessimo imprenditore “è stato fatto fuori” gli fa onore?
      Essere un manager non vuol dire solo avere una buona idea ma portarla al successo.

      • Il fatto che sia stato “fatto fuori” è una colpa. Certo. Dipende dai punti di vista. Ti può fare fuori pure tua madre mentre stai dormendo, rimane sempre tua la colpa perchè non sei stato attento e sei stato un pessimo imprenditore.

        Ma, carissimo sig. De Medici, nell’articolo non si critica l’assenza di capacità imprenditoriale di Marchiori nel non “farsi fregare”, ma (cosa BEN DIVERSA) si sostiene soltanto che ha visto “buone idee dove in realtà ci son solo pastrocchi” e per questo motivo adesso decide di abbandonare la nave, accampando una scusa qualsiasi per essere esonerato da qualsiasi responsabilità. Proprio come ha fatto Schettino.

        Ma dai.

    • marco ma Lei lo conosce il Prof. Epifani? Sono stata una sua studentessa e le posso garantire che è la persona più lontana possibile da chi si vuole dare un tono. E soprattutto è uno che non blatera a caso. E comunque la lettera di marchiori è davvero tremenda!!

      • Gentile sig.na, non lo metto in dubbio, ma capita a tutti di prendere un granchio.

        Che la lettera sia addirittura “tremenda”… beh, mi permetta di placidamente dissentire 🙂

        • Gentile Signore, mi spiega perchè Marchiori è “professore”, Epifani “dottore” e io “signorina”? 🙂

          E poi, perchè avrebbe preso un granchio? Non ha fatto pastrocchi? e la presentazione? e i mesi di silenzio? e l’uscita con lettera pubblica? non sono pastrocchi?

          • Antonella, conosco personalmente Marchiori, e come lei si accalora tanto nel difendere Epifani, mi permetta di fare altrettanto con Marchiori. Quello che lei ha sottolineato (“pastrocchi”, “presentazione”, “mesi di silenzio”) sono comprensibili solo alla luce dei veri fatti (che lei e la maggior parte di chi critica le sue scelte, non conosce). Chi si accanisce e si prodiga in tweets, blog e articoli contro cose che non sa, farebbe bene a fare un passo indietro e un pò di silenzio, prima di lanciarsi in ipotesi, fantasie, visioni che vanno davvero oltre ogni limite ragionevole. Per quale motivo, poi? Conosce il detto “Chi è in mare naviga, chi è a terra punta il dito”? Mi sa che qui ci sono tante persone a terra.

          • a) Dov’è che ho scritto “Professor Marchiori” e dov’è che ho scritto “Dottor Epifani”, di grazia? Me lo dica perchè non lo vedo. Quanto a lei, mi scuso se, non conoscendola, le ho rivolto un semplice “signorina”, le assicuro che non voleva essere denigratorio, se è “signora” o “dottoressa” mi scuso.

            b) Nessuno ha detto che criticare Marchiori nel merito per come ha gestito suo progetto sia sbagliato: come può rileggere, ho già affermato che le critiche sono in parte fondate.
            Quello che trovo, invece, sbagliato e irritante è affermare che Marchiori abbia cercato un “autoassolvimento” con la sua lettera, nonchè il forzatissimo, come anche lei converrà, paragone con Schettino.
            Spero di essere stato chiaro, chi qui scrive è lungi dal voler giudicare come perfetto l’operato di Marchiori. Ma il tono di questo articolo, quasi sbeffeggiante nei confronti di qualcuno (che avrà le sue colpe, ma non mi pare abbia questo impellente bisogno di scaricarle su qualcun altro, visto che non è che si sta parlando di carcere, come nella pessimo paragone di cui sopra) mi sembra eccessivo.

            Ho sintetizzato il mio pensiero, giusto o sbagliato che lo riteniate, non lo ripeterò più.

            c) Non venga a dire che io non conosco Epifani altrimenti non avrei scritto quello che ho scritto, se poi scrive <>.

            Io non conosco Epifani e, così come lei vuol parlare di Marchiori senza conoscerlo sulla base di quello che ha scritto pubblicamente, io posso fare lo stesso con il primo.

            Mi permetto di sottolineare, comunque, che io non “difendo” Marchiori perchè lo conosco, come invece lei può dar la sensazione di fare con Epifani. Ma è solo una sensazione, eh. Ovviamente magari mi sbaglio.

            Saluti.

          • Pardon, la frase mancante è

            se poi mi scrive:

            non si puo’ pensare che […] gli altri non possono commentare a tono soltanto perchè “ci sono fatti che non si conoscono” –

  13. avrebbe ragione, se non fosse che Marchiori ha esternato pubblicamente il suo punto di vista autorizzando così gli altri a commentare sulla base di quelli che sono i fatti noti al pubblico. E sulla base di questi fatti le valutazioni del prof. epifani non fanno una piega. e non si puo’ pensare che lui è libero di dire qualsiasi cosa e gli altri non possono commentare a tono soltanto perchè “ci sono fatti che non si conoscono”. Per le valutazioni ci si basa sui fatti noti: la presentazione è stata un disastro? il progetto spacciato per motore di ricerca è stato per ora un fiasco? Non è forse vero che non è riuscito a tenere in piedi un gruppo di lavoro ed un socio di capitali? non mi sembra che siano fatti opinabili. Se chi è in mare naviga e navigando sbanda, e si mette ad “esternarlo” con lettere aperte che chiunque faccia l’imprenditore (come me ora) giudica inaccettabili, è normale che gli altri che sono in mare commentino le esternazioni. Grazie a dio siamo in democrazia, e appellarsi al “non conoscete i fatti” quando i fatti noti sono quelli che lo stesso marchiori ha deciso di rivelare, non mi sembra un comportamento difendibile.

    • Marchiori ha rivelato solo una parte delle cose che sono successe. Se riusciste a leggere tra le righe, senza rimanere solo insuperficie, forse riuscireste tutti a comprendere che se ha sbagliato qualcosa, è stato il fatto di fidarsi della persona sbagliata. Aveva un grande progetto in mente, ma non ha avuto la possibilità di svilupparlo come avrebbe voluto. Cosa ne direbbe, Antonella, se le dicessi che ha dovuto fare quel tipo di presentazione, prima che i tempi fossero maturi e che il motore di ricerca non era contemplato nel progetto iniziale? Antonella, si vada a leggere il mio primo commento. Quello che ho scritto è quello che è successo. Punto. Buona navigazione, quando le capiterà di diventare qualcuno, saremo tutti qui a parlare anche di lei (questo è l’unico insegnamento che ho tratto dai suoi commenti)

      • Cosa ne direi? Ad esempio direi che una persona con la capacità di imporsi (o solo di farsi capire) avrebbe fatto capire al suo socio finanziatore che era meglio procrastinare. Che non è stato capace di far capire al socio di capitale che stava rischiando i suoi soldi. Che se non sono in grado di difendere le mie idee non posso fare impresa.

        E, quanto a me, preferisco continuare a gestire la mia startup ed essere conosciuta e stimata dai miei colleghi, dai collaboratori e dai clienti in un sereno ed attivo anonimato, piuttosto che diventare “qualcuno” noto per i propri sbagli.

        • Inutile, con lei non si può ragionare. Si tenga le sue idee, anche se credo che una “stimata imprenditrice di una startup”, dovrebbe essere un pò più elastica e cogliere le sfumature, andare “oltre”

      • Leggere tra le righe? E perché, scusa, Marchiori non ha vuotato il sacco? Troppo comodo lasciare trapelare solo alcune cose,: se poi ha denunciato l’imprenditore sardo tanto vale che lo renda noto, altimenti è facile fare la vittima e annunciare l’abbandono di un progetto a cui si era lanciato con tanta passione. Ovvio che il paragone con Schettino è orrendo e ridicolo insieme, ma alcune domande me le sono poste: perché sarebbe stato costretto a fare quella presentazione così in anticipo? Era sotto ricatto? Se il motore di ricerca non era contemplato, di cosa stiamo parlando? Di un social network qualsiasi? Questo M. non l’ha mai detto, lo dite solo voi che lo difendete: se poi è vero, beh, peggio per lui che ha accettato di farlo, lanciandosi in una presentazione che ha fatto storcere il naso a molti. E poi concentriamoci sul portale: mi ero subito prenotato, a distanza di mesi mi è arrivata la conferma che mi avevano accettato nell’esclusivo club degli utenti, quando ormai di Volunia mi ero tranquillam. dimenticato. E puta caso, proprio nello stesso giorno in cui M. ha annunciato di volersene andare….

  14. Non conosco personalmente Epifani e nemmeno Marchiori. Quindi mi fermo a quello che ho visto. E quello che ho visto è stato: dei filmati pre-presentazione piuttosto bruttini. Una presentazione dove mi sono vergognato per Marchiori. Diverse recensioni negative. Una lettera dove colui che finora ci ha messo la faccia dice di essere stato fatto fuori.
    Conosco un paio di giovani che insieme stanno facendo una startup per una applicazione mobile. Ho visto come si sono mossi e sono rimasto impressionato. Un paio di video per il lancio belli, dinamici, moderni e accattivanti. Le ho comparati con quelli del marchiori sulla panchina con la lavagnetta in mano….una pena. L’applicazione ha una grafica che ti affascina, non il simcity 2 di volunia 1.0. E l’innovazione poi….boh…seek e meet…il seek si appoggia su altri motori di ricerca ed il meet….forse il meet funziona…guardate quanti siamo a commentare su questi forum, alla fine organiziamo una bella cena, almeno a qualcosa volunia è servito.
    Non lo so ma mi trovo d’accordo con Epifani. Per innovare il web non ci vogliono mica i magici taccuini di Marchiori con le meta-idee, mi sa che ci vuole altro.
    Ma insomma, concludendo, ci sarà pure un motivo per cui Marchiori ha buttato giù il suo ipersearch in un paper e poi è finita lì, Brin invece ha buttato giù il suo PageRank in un paper e allo stesso tempo ci ha tirato su una startup, mentre marchiori riempiva i suoi taccuini. Non credete?

  15. Il commento di Piero Cauduro è quello più centrato di tutti, a mio avviso.
    In Italia si vende fumo, tramite opinion leader che incensano queste “meravigliose” idee.

  16. Signori,
    Voi che tanto parlate di ruolo di manager, delle responsabilità che deve avere, dei diritti e dei doveri,
    ma volete DAVVERO far credere all’ Italia realista
    che non esistono soprusi e ingiustizie in ambito lavorativo? Soprattutto di un certo “livello”?

    Se proprio devo reclamare qualcosa al prof. Marchiori, è quello di essere caduto nella TRAPPOLA,
    Purtroppo capita spesso a persone davvero capaci di incontrare per la loro strada altri, con maggiori possibilità finanziarie e senza scrupoli.
    E non si venga a dire che in questo paese conta più la meritocrazia che la finanza.
    Negare ciò, mi spiace per chi si sentirá preso in causa,
    è pura ipocrisia.

  17. Sig. Antonella qui non si attribuisce la colpa a nessuno, si cerca molto umilmente di fare un quadro generale dell’ accaduto.
    Alle colpe ci penseranno i loro avvocati.

    Bah.. tanto non devo convincere nessuno,
    col tempo avremo le nostre risposte spero,
    a meno che, qualcuno non insabbi anche quelle.

  18. La prima regola di uno startupper e’: non mollare mai. Non sappiamo ancora cosa sia Marchiori ma adesso sappiamo certamente cosa non e’.

    Poi ci sarebbe anche da interrogarsi sulla qualita’ di certa stampa che spaccia notizie senza verificarne le fonti: vedasi la storia di quale algoritmo ha fatto chi…

  19. Bel pezzo, finalmente un articolo veritiero sul tema che non si lascia corrompere dal facile buonismo del: bisogna simpatizzare per questo progetto fallimentare perchè creato da italiani.

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