Nasdaq sotto attacco per i rimborsi all’IPO di Facebook

La proposta di Nasdaq per un un rimborso degli azionisti danneggiati dai ritardi dell’IPO di Facebook ha scatenato le reazioni dei suoi principali competitor, che hanno accolto la notizia giudicando la soluzione “illegale” e “anti-competitiva”.

Nasdaq vorrebbe infatti rifondere i 40 milioni di dollari previsti per coprire i danni subiti dagli investitori con una tranche da 13,7 milioni in contanti, ed offrendo il restante, in sconti sull’acquisto di nuove quote.

Una scelta che potrebbe non essere approvata dalle autorità di regolamentazione degli Stati Uniti: secondo Bill O’Brien, CEO di Direct Edge, la U.S. Securities and Exchange Commission difficilmente permetterà a Nasdaq di avviare il suo piano, anche a seguito delle numerose lamentele presentate dalle altre stock exchange, che risulterebbero danneggiate dall’offerta di sconti sui nuovi investimenti. Ciò minerebbe la libera concorrenza del mercato.

Ad aggravare la situazione di Nasdaq arriva uno dei suoi maggiori clienti ad indicare come la somma stimata per il rimborso non sia sufficiente a coprire le reali perdite: Per Thomas Joyce, amministratore delegato di Knight Capital Group, queste potrebbero raggiungere i 200 milioni di dollari in totale, e secondo le sue dichiarazioni la società per cui lavora avrebbe perso da sola 35 milioni di dollari in seguito ai ritardi dell’IPO.

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