ETNO si schiera contro la neutralità della rete?

ETNO, l’associazione degli operatori europei di telecomunicazioni, ha chiesto all’ITU (International Telecommunications Union), l’agenzia dell’ONU responsabile per l’Information and Communication technology, di garantire ai fornitori di connessione di rete il diritto di stabilire prezzi diversi per livelli di servizio garantiti.

Le prime voci di una simile richiesta da parte della lobby europea parlavano della richiesta di una sorta di tassa a carico dei servizi e delle aziende che generano un volume maggiore di traffico. Nei giorni scorsi l’associazione aveva smentito, però, una simile richiesta. Quello che chiede è sostanzialmente differente. Poter stringere accordi e partnership per lo sviluppo e distribuzione di servizi di qualità differenziate, ovviamente a prezzi differenti.

Il documento ETNO sottomesso all’ITU distingue tra “end to end quality of service delivery” e “best-effort delivery”, e argomenta sulla necessità per gli operatori di spazi di manovra al fine di stringere accordi che favoriscano gli investimenti infrastrutturali.

ETNO vorrebbe sviluppare un ecosistema IP parallelo basato su “end-to-end quality of service”, da affiancare all’attuale rete fondata sul “best-effort”, sostenendo che una simile innovazione può garantire gli investimenti infrastrutturali necessari e favorire l’offerta di servizi e contenuti di qualità superiore, capaci di garantire maggiori entrate

La richiesta porterebbe alla creazione di una rete a più velocità, l’incubo peggiore per i sostenitori della Net Neutrality.  Gli operatori potrebbero favorire alcuni servizi a scapito di altri e danneggiarne fortemente alcuni, come ad esempio i servizi VoIP come Skype che sottraggono entrate ai servizi telefonici degli operatori stessi.

L’Unione Europea, a Maggio 2011, ha chiesto alle autorità nazionali responsabili di promuovere la neutralità della rete e la possibilità per tutti gli utenti internet “di accedere e distribuire informazioni o utilizzare applicazioni e servizi di propria scelta”.

ETNO sembra di diverso parere e si prepara a dar battaglia in sede internazionale. I 193 paesi membri dell’ITU si incontreranno, infatti, a Dubai a Dicembre per rivedere le regole del settore, scritte inizialmente nel 1988.

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