Intel avvia il ricorso contro la multa miliardaria dell’UE

Intel ha intrapreso il processo legato al ricorso contro la sanzione stabilita nel 2009 dall’Antitrust europea, sottolineando in sua difesa come, secondo i legali della società; le prove contro di essa siano “profondamente inadeguate”.

L’Unione europea ha punito la compagnia statunitense per comportamento anti-concorrenziale, finalizzato ad ostacolare la rivale Advanced Micro Devices (AMD), attraverso strategie di prezzi al ribasso e clausole contrattuali vincolanti.

A seguito di un’indagine durata otto anni, Intel si è vista recapitare una multa record da 1,06 miliardi di dollari. Una cifra che rappresentava più del 4% del fatturato totale della compagnia nel 2008, l’anno precedente all’ingiunzione dell’Europa.

Intel aveva prontamente presentato ricorso, aggiungendo le seguenti motivazioni, espresse dal CEO Paul Otellini: “Crediamo che la decisione sia sbagliata e ignori la realtà di un mercato altamente competitivo, ovvero quello dei microprocessori. Non c’è stato alcun danno per i consumatori, ed Intel farà appello”.

Dopo tre anni il processo sul ricorso di Intel è iniziato, con i primi quattro giorni di udienza presso un collegio di cinque giudici della Corte Generale in Lussemburgo, il secondo organo giuridico più alto in Europa dopo la Corte di Giustizia dell’Unione europea.

Mentre l’avvocato di Intel Nicholas Green continua a ritenere le prove della Commissione europea non adeguate, al punto da non giustificare la prima sentenza, secondo l’accusa molte società tra cui: Dell, HP, NEC, Lenovo, e Media Saturn Holding; hanno ricevuto forti pressioni economiche e sconti da Intel per limitare la concorrenza degli altri attori sul mercato. “Questo tipo di sconti può essere destinato a vincolare i clienti e mettere i concorrenti in una posizione sfavorevole – sostiene l’accusa – Intel ha attentamente mimetizzato le sue pratiche anticoncorrenziali”.

Il Tribunale dovrebbe pronunciarsi nei prossimi mesi, e se la sentenza non dovesse risultare favorevole ad Intel, l’ultima speranza dell’azienda americana sarà quella di appellarsi alla Corte di Giustizia dell’Unione europea.

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