L’ecommerce dei tedeschi? Manca lo stile.

Si parla molto di ecommerce in queste settimane. Anche qui in Italia si cercano nuove strade per lo sviluppo delle vendite per le proprie imprese e l’e-commerce comincia a diventare interessante. In Germania siamo ad un paio di passi più avanti, l’ecommerce è già una realtà da tempo anche in termini di PIL. Ma vedo comunque gli stessi errori che si fanno da questa parte delle Alpi.

I tedeschi ancora non hanno recepito, proprio come non sia ancora stato recepito qui da noi, che l’ecommerce non è un canale “laterale” di vendita. Non è un “tentativo” su cui investire un paio di Euro tanto per vedere che effetto fa. Ho Visto cose che voi umani …. Gente che prova a vendere di tutto, senza arte né parte. Ho visto siti di e-commerce che vendevano dalle scarpe ai formaggini su una unica piattaforma come per voler vuotare i magazzini di qualcuno. Ho visto campagne di pricing fatte a naso, a seconda di come tira il vento con forme di pagamento che rasentano la fantasia creativa della finanza tremontiana.

L’e-commerce teutonico ha le stesse malattie dell’e-commerce italico, pecca di presunzione e di mancanza di idee (e di progettazione). Un dipendente della Siemens un bel giorno si sveglia e per arrotondare il suo stipendio, con qualche centianaia di euro, via WordPress e un plugin per l’e-commerce, si mette a vendere prodotti alimentari italiani. Non distingue un’oliva taggiasca da una ascolana e una coppa piacentina dalla salsiccia calabrese, figuriamoci cosa mai potrà vendere al povero malcapitato che con coraggio e incoscienza tenta di comprare qualche ghiotta occasione. Almeno ci fosse qualcosa di davvero italiano su quel sito … Ma le olive Taggasken proprio non mi vanno giù. E il Lamprusco, sì, proprio con la “p” D.O.C. prodotto da una azienda vinicola di Piacenza, i modenesi se ne avrebbero di certo a male!

Se il bisogno aguzza l’ingegno, l’abbondante disponibilità di pressapochismo e mediocrità porta al delirio di onnipotenza. L’ecommerce sarà il mondo di domani? Forse ma non certo vendendo lamPrusco di Piacenza! Che iddio ce ne scampi!

L’e-commerce è un vero e proprio negozio commerciale, non è una microattività collaterale. Se investi poco in progettazione, in struttura, in conoscenza a meno che tu non sia nato con l’e-commerce infuso dopo il primo vagito, avrai ben poco. Se apri un negozio fisico vero, non è che te la puoi cavare con 200 euro. Se investi male sull’e-commerce, hai poi gli stessi risultati.
Se puoi risparmiare sulla struttura, utilizzando sistemi open-source o piattaforme di ecommerce come Shopify hai comunque sempre il dilemma del contenuto da risolvere. Che ci scrivi? Che le olive Taggiasken vanno bene col LamPrusco di Piacenza? La cura dei dettagli anche per quello che riguarda i contenuti è più importante della struttura stessa. Cura dei dettagli significa cura delle immagini ad esempio e a meno che tu non abbia un piccolo studio in casa per gli still-life, non te la cavi di certo con una compatta da 8 megapixel e la foto del vasetto con nello sfondo la faccia di tua nonna che passava di lì per caso.

Il cliente deve essere coccolato ancora di più su un ecommerce che in un negozio. Il rapporto empatico col visitatore in un luogo vertuale è molto più complesso e non valutare questa complessità porta sicuramente all’insuccesso dell’intero progetto. Cura nelle risposte alle e-mail, anche quelle automatiche di follow-up dell’acquisto, cura nei contenuti durante le fasi di acquisto, cira delle interfacce, cura delle immagini dei prodotti, cura dei testi descrittivi dei prodotti. Il sito di ecommerce deve traspirare cura, rispetto e amor proprio. Altrimenti, caro tedesco, anche se sarai efficientissimo, le olive Taggiasken non se le fila nessuno!
E perchè no, cura anche nella grafica, nei colori …. Se mi usi un marrone letame con il rosso rubino di un vino simil-lambrusco o sei daltonico oppure hai fatto indigestione di olive!
Forse un po’ di italian style non guasta!

Poi è vero, qui in Italia andiamo di pari passo con la mediocrità teutonica, ma almeno il Lambrusco, benedetto Iddio, lo troviamo a Modena, anche senza l’e-commerce!

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9 COMMENTS

  1. tutto vero, ma nella mia ottica è vero anche il contrario, si la cura dei particolari, la cura del cliente ecc
    però nel mio caso io cerco anche di trasmettere qualcosa, io produco vino, non faccio il fotografo e non posso spendere migliaia di euro per vendere bottiglie da 3.5! il mio sito è curato seguito ecc però ha anche quella parte umana che in tanti siti patinati manca: io faccio il vino, io lo promuovo e lo vendo con le mie foto e con i miei modo da non laureato!

  2. un po come fanno i contadini che vendono i loro prodotti lungo la strada o in campagna, loro lavorano la terra e se qualcuno viene a comprare la frutta o la verdura (e ne vengono tanti) gliela vendo senza presentarmi in giacca e cravatta o super tirato!
    scusate se mi sono dilungato…

  3. Caro Francesco, mi piace molto il tuo commento. Posso dirti una cosa? HAI RAGIONE! E’ vero! La parte umana deve trasparire. Ma in fondo è il messaggio che ho voluto trasmettere. Ci deve essere un rapporto empatico che deve assolutamente essere valorizzato.

    Grazie per il tuo commento!

  4. grazie, ho creato da poco il sito aziendale e sto mettendo tutto me stesso nel progetto perchè ci credo veramente tanto, è il futuro! mentre i consumi sono sempre calo, l’e-commerce continua a crescere quindi bisogna puntarci senza mezzi termini mettendosi in prima linea e sopratutto mettendoci la faccia!

  5. A dire d’accordo non mi piace proprio, scusate ma la grande Germania la conoscete per le olive? o per il Vino (del Reno o della Reichenaus?) o, per caso, per la meccanica, l’elettronica, la chimica ecc.? in questi ultimi settori INSEGNANO (ahimè) a noi italiani. Chiarezza disegni quotati, filmati didattici sui prodotti, PDF su certificazioni, imballi, listini, schede prodotto, filmati scaricabili per i loro partner da far vedere ai loro clienti utilizzatori finali o installatori: di tutto e di più con chiarezza e professionalità in n lingue. FAQ, blog, calendario eventi e fiere, con facebook, twitter. Referenze per disponibilità worldwide.Li conosco perchè mi sono confrontato con loro per oltre 30 anni da piccolo italiano e come Sung Su il mio motto è Conosci il tuo nemico come te stesso (anzi anche meglio senza gli sconti che probabilmente ti fai senza saperlo)

  6. I Tedeschi hanno inventato la vendita a catalogo e la vendita a distanza ed ogni brava famiglia tedesca non vive senza il catalogo Otto a disposizione. L’ecommerce per tanti anni è stata una variante di questo tipo di vendita e solo oggi ci si accorge che i modi di vendere online sono tanti ed ancora quasi tutti da scoprire.
    Il fatto è che nuovi modi di vendere crescono anche quando cresce l’esperienza del cliente e quello che oggi si può sperimentare non era immaginabile solo pochi anni fa.
    Lode quindi ai Tedeschi, alle loro aziende che fanno ricerca sui comportamenti degli utenti online, ai loro ecommerce che funzionano, e speriamo che molti italiani imparino bene la lezione, la migliorino con le loro iniziative e crescano gli ecommerce di successo.

  7. Ben lungi dal gettare “cacca” sui miei compatrioti, essendo io tedesco di nascita e di passaporto oltre che di studi universitari, vi garantisco che nonostante l’EFFICIENZA assolutamente meritoria, sulla questione dello stile anche nelle forme di comunicazione, abbiano diverse cose ancora da imparare.

    • grazie del consiglio, ho appena finito la traduzione ma qua tra sagre e turisti “per fortuna” il tempo di applicare le altre lingue non c’è! poi tanto per l’Europa del commercio unico, globale bla bla bla non posso vendere il vino on line all’estero… (compresa la Germania)

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