OpenLinks #4: Toscana, CIPE, Kenya e Québec

Continua il viaggio di TheNextGov in giro per il Web alla ricerca di notizie, esperienze e iniziative in materia di Open Government e Open Data.

Ecco le segnalazioni di questo quarto appuntamento:

  1. Toscana goes Open – Dopo Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia, anche la Regione Toscana ha il suo portale Open Data: dati.toscana.it. Il sito parte con 35 datasets su turismo, giustizia e salute, oltre a qualche informazione (per i non addetti ai lavori) su cosa significa Open Data. Sicuramente è una buona notizia, ma mancano informazioni sul “se” e “come” il progetto evolverà in futuro.
  2. Governare insieme grazie al Web 2.0: 32 raccomandazioni dal Québec. Sul sito del Governo della provincia canadese del Québec è stato pubblicato un rapporto dal titolo “Gouverner ensemble” sull’utilizzazione del Web 2.0 nel potenziamento delle politiche di trasparenza e partecipazione dei cittadini. Il documento è suddiviso in tre parti e contiene trentadue raccomandazioni per un’azione di Governo più vicina ai cittadini, alla luce dell’importanza fondamentale assunta dalle nuove tecnologie. Ci sono spunti interessanti a tutte le latitudini.
  3. Datos.gob.es: il portale open data del governo spagnolo. Dopo una prima fase di beta, il portale datos.gob.es è online con una versione più completa e stabile. Tanti dati, applicazioni, risorse informative e contatto continuo con cittadini e imprese: la grave crisi che colpisce la Spagna non è un buon motivo per non continuare a lavorare seriamente sulla strada dell’Open Government. In Italia, invece, abbiamo sempre “cose più importanti” a cui pensare…
  4. Code 4 Kenya. Ad un anno dall’avvio dell’iniziativa in materia di Open Data, in Kenya è tampo di fare i primi bilanci e passare alla “fase 2”. Per questo motivo, è stato avviato un progetto di ricerca che ha la finalità di lavorare ad un “toolkit per gli open data” che possa essere utilizzato da tutte le pubbliche amministrazioni oltre a promuovere azioni che diffondano la cultura del riuso delle informazioni del settore pubblico. Il tutto in soli sei mesi: se non è veloce, non è vera innovazione!

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