“Vien quasi da sorridere nell’ascoltare il gran fiume di parole sulla Agenda Digitale che in questi giorni sono ripetute, quasi come un mantra, dai ministri del governo Monti. Programmi di investimento di diversi miliardi di euro per la larga banda, impegni per la alfabetizzazione informatica dei giovani e delle famiglie, giganteschi Data Center che dovrebbero cambiare la pubblica amministrazione, risparmi di dieci miliardi di euro all’anno grazie solo all’accentramento ed alla informatizzazione degli acquisti pubblici. Parole spese bene se non fossero, appunto, solo parole. I fatti dicono altro”. È quanto scrive l’ex ministro per la Pubblica amministrazione e innovazione Renato Brunetta in un editoriale pubblicato da Il Foglio, sottolineando che “questo governo non sta lavorando a innovare ma piuttosto a rimuovere quanto è stato fatto finora”.
“Tutto è fermo. Prima – sottolinea Brunetta – perchè si attendeva il famoso decreto con l’Agenda Digitale Italiana (entro maggio, no entro giugno, entro l’estate, l’estate finisce a settembre) ora perchè si attende il via della nuova Agenzia per l’Italia Digitale, domani vedremo. Per il momento il ministro Passera continua ad annunciare nuovi decreti e ad alimentare il fiume di parole. E allora ecco che siamo arrivati al punto: il governo sta lanciando programmi sui quali sa di avere un consenso largo (chi si direbbe contrario a diffondere Internet o la digitalizzazione della pubblica amministrazione) sia delle imprese che delle famiglie o sta solo prendendo tempo? Dietro tutte queste parole inutili c’è un disegno o c’è solo il nulla?“. Una lunga critica, quella dell’ex Ministro, che si conclude con una domanda: “Il lavoro fatto dai governi precedenti (e non solo del centrodestra!) in tema di economia digitale è oggi da questo governo sistematicamente demolito, sterilizzato, messo nei cassetti, reso inservibile. Perchè? Attendiamo dal presidente Monti una risposta, nei fatti, sull’agenda digitale e sul perchè in tanti mesi non solo non si sia fatto nulla ma soprattutto si sia demolito quanto fatto prima con costi a carico della collettività”.
Facebook Comments