La Germania tra Web, progresso e oscurantismo culturale

E’ di questi giorni la notizia che in Germania si vorrebbe tassare i motori di ricerca. I titoli apparsi sui giornali in questi giorni qua in Italia darebbero ad intendere che i tedeschi vogliano gareggiare con l’Italia a chi riesce ad imporre l’imposta più assurda ed in parte questo è vero. Ma i titoli non sono del tutto esplicativi.

La lobby dell’editoria e della produzione “intellettuale” in Germania è assai potente. I gruppi editoriali hanno cominciato a fare muro contro muro per difendere il proprio territorio dalla invadente presenza del web. E non parliamo di gruppi editoriali piccoli, parliamo di colossi che spostano interessi e consenso a livello europeo se non mondiale come Burda, FAZ, Axel Springer ecc… che cominciano a capire che per loro il pericolo è alle porte: o cambiano marcia o rimarranno al palo. L’editoria digitale anche in Germania sta crescendo a ritmi vertiginosi a tal punto che ha superato per importanza, per consenso e per quantità di contenuti l’editoria tradizionale e sappiamo tutti che gestire un giornale online dal punto di vista economico in un contesto in crescita come questo è una palude inimmaginabile.

E allora la lobby ha cominciato a tessere la propria rete e ha preso a spallate l’intero Bundestag con il risultato che è stato letteralmente partorito un disegno di legge che obbligherà gli aggregatori di notizie tutti e i motori di ricerca a versare i diritti d’autore per tutti i titoli e i contenuti che vengono indicizzati nei motori stessi. Una vera manna dal cielo per tutti i siti che gestiscono news e informazioni. Ma la cosa ha ripercussioni inimmaginabili, il guanto di sfida è stato appena gettato e si prevedono risposte altrettanto pesanti dal mondo web.

Culturalmente parlando però è una sconfitta del sistema. La presenza di una notizia con annesso link in un motore di ricerca, soprattutto ai primi posti, è un vantaggio competitivo enorme per chi l’informazione l’ha scritta e diffusa, cercare di far pagare ai motori di ricerca e agli aggregatori di notizie i diritti d’autore, sposta effettivamente il problema sull’effettivo significato oggi del diritto d’autore nell’informazione. Open Data & Open Information sono capisaldi per un nuovo progetto di democrazia e questo spaventa.

Vedremo cosa risponderà la Corte Costituzionale tedesca che a Karlsruhe si riunirà per verificare la costituzionalità o meno dell’impianto normativo che dovrebbe regolare la pubblicità sui motori di ricerca delle informazioni delle testate giornalistiche. Va però sottolineato che ciò non avrà impatto sui blog privati e sui social networks, almeno fino ad ora. Poi non lo sappiamo.

Vedremo!

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1 COMMENT

  1. a me pare una sciocchezza immensa: chi non vuole essere indicizzato dai motori di ricerca può fare richiesta per non far comparire il proprio sito.

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