Il cervellone “Watson” dell’IBM diventerà una app

Dopo aver sbancato il popolare telequiz americano Jeopardy, il supercomputer ideato dall’IBM Watson, potrebbe presto essere “compresso per entrare in uno smartphone”. Lo ha dichiarato il Vicepresidente del colosso informatico Bernie Meyerson, durante un’intervista alla testata economica Bloomberg.

Le potenzialità del computer conosciuto come “Watson” dal vasto pubblico della TV, ha aggiunto Meyerson, potrebbe avere campi di applicazione vastissimi che andrebbero dalla medicina all’analisi finanziaria. Il computerone dell’IBM potrebbe diventare una specie di “super Siri”, sulla falsariga dell’assistente personale di cui è totato l’iPhone, che può rispondere a una vasta gamma di domande e informazioni utili.

IBM punta però con Watson a raggiungere ben altri livelli. “Il programma riuscirà a capire l’oncologia abbastanza bene da poter aiutare i medici nelle diagnosi e nelle prescrizioni sfruttando il database di cartelle cliniche, documenti, siti web e libri che sta accumulando – ha spiegato Martin Kohn, capo della divisione medica di IBM, che ha aggiunto – abbiamo già sviluppato una applicazione di prova per iPad che stiamo mostrando ai potenziali clienti“.

La sfida per IBM è però quella di superare ora gli ostacoli tecnici, che rendono difficile la trasformazione di Watson in una “app”. Il sistema centrale di Watson si basa su 10 file di server IBM, che hanno la potenza di elaborazione complessiva di 6.000 pc; anche se la maggior parte dell’elaborazione dei dati avviene nel data center, una “applicazione Watson” oggi consuma ancora troppa energia per essere pratica.

Meyerson assicura però che “l’energia che serve per far lavorare Watson sta scendendo a picco – ed ha aggiunto che – presto sarà possibile per tutti avere accesso ad un motore di ricerca con tutte le conoscenze del mondo“. Il colosso dell’informatica ha già pianificato di poter guadagnare fino a 15 miliardi di dollari soltanto nel 2015 vendendo le capacità di analisi di Watson.

Oltre alla medicina, che Watson sta “studiando” grazie ad un accordo con l’azienda privata WellPoint, c’è anche l’economia; che il cervellone sta imparando da Citigroup. La prossima versione di Watson, che i ricercatori dell’IBM stanno ancora studiando; oltre ad essere abbastanza contenuta per poter essere trasformata in una app, dovrebbe avere anche “sensi” come la vista o l’udito.

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