Agenda Digitale Italiana: infrastrutture di rete

Cristoforo Morandini è responsabile dell’Osservatorio Banda Larga di Between. Per Tech Economy cura la rubrica “Slow Economy, Slow Tech”.

Iniziamo oggi le interviste agli esperti con i primi commenti alle bozze in circolazione del Decreto sull’Agenda Digitale Italiana, che abbiamo pubblicato ieri su TechEconomy. Oggi e nei prossimi giorni infatti la Redazione raccoglierà il parere di alcuni autorevoli esperti italiani sui diversi temi toccati dall’Agenda Digitale.

E non potevamo non iniziare da uno dei temi principali, quello della banda larga, per il quale abbiamo chiesto il parere di Cristoforo Morandini, responsabile dell’Osservatorio Banda Larga di Between e autore per Tech Economy della rubrica “Slow Economy, Slow Tech”.

1) Cosa è previsto, in sintesi, sul fronte della Banda Larga?

Ci si concentra sulle infrastrutture di rete e sulla semplificazione del processo di realizzazione delle opere, sia per quanto riguarda le reti fisse che mobili. Specifiche disposizioni vengono introdotte per l’accesso agli edifici e gli scavi. Nasce poi il sistema informativo nazionale delle infrastrutture del sottosuolo.

2) In sostanza, cosa cambia rispetto ad oggi?

Viene migliorata la normativa esistente semplificando alcuni processi (autocertificazioni) e riducendo alcuni tempi burocratici. Diventa più facile realizzare le opere, sempre però che qualcuno le voglia realizzare…
Forse la migliore sintesi si può trovare nell’emendamento citato all’art.31. Si propone di cambiare “inizia nuovamente” con “riprende”. Altre modifiche sono comunque più incisive…

3) Cosa avrebbe dovuto e potuto esserci, ma non c’è?

Innanzitutto, un accenno all’indirizzo strategico e alle possibili risorse. Difficile avere ambizioni su un grande tema infrastrutturale senza questi due ingredienti. Rischiamo di organizzare le nozze con i fichi secchi. Si spera di reperire risorse per il sistema informativo di cui sopra (2 milioni), ma si ipotizza di utilizzare un capitolo di spesa che (tra parentesi) potrebbe mancare di copertura.
Stupisce poi che non si faccia riferimento al Piano Nazionale Banda Ultra Larga, ma forse viene dato per scontato.
Al netto di quanto detto sopra, non ci sono particolari incentivi ad avviare progetti infrastrutturali capillari, tema che riguarda naturalmente anche altri grandi interventi infrastrutturali e che rimane auspicabilmente aperto su altri tavoli.
Anche sul lato dello stimolo alla domanda per l’utilizzo di nuovi servizi non compare granché.

4) Mancano ancora pochissimi giorni alla presentazione ufficiale del documento. Se potesse suggerire la famosa “modifica dell’ultimo minuto”, ci sarebbe qualcosa di utile da aggiungere, o da togliere? e se si, cosa?

Se non ci sono riferimenti ai temi più rilevanti di cui abbiamo parlato è verosimilmente perché per ora non si riesce a dire molto e quindi è difficile sperare in un intervento dell’ultima ora.
Suggerisco comunque di rileggere con attenzione gli ultimi due commi dell’art.34, per evitare le barricate degli enti locali e di leggere con realismo l’articolo sul “catasto” del sottosuolo.
Se ci limitiamo poi agli aspetti ingegneristici, un chiarimento riguardo al tema delle pose aeree sarebbe sicuramente gradito.

5) Se dovesse sintetizzare il risultato del lavoro fatto in seno all’ADI in un Tweet, che tweet ne uscirebbe?

Un restyling normativo nel segno della continuità, oppure è nato un Ministro senza portafoglio. Su Twitter si andrà sicuramente oltre.

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