Youtube: bloccato il video che ha scatenato violente reazioni nei paesi islamici

Youtube ha deciso di bloccare temporaneamente l’acceso al controverso video, “Innocence of Muslims”, in Egitto e Libia, dopo le violente proteste che hanno portato alla morte di 4 statunitensi (tra cui l’ambasciatore USA in Libia).

Il video è tratto da un film a basso budget USA, “Desert Warrior”, e sostiene opinioni ritenute fortemente offensive da gran parte dei fedeli islamici, che di per sé in buona parte reputano qualsiasi raffigurazione del profeta blasfema. Il film rappresenta, per di più, Maometto mentre compie atti crudeli e come un sostenitore degli abusi sui minori. La pellicola girata negli USA resta parzialmente avvolta nel mistero, ma diversi elementi fanno pensare ci fossero motivazioni politiche dietro la sua realizzazione e che nel progetto siano stati coinvolti estremisti israeliani e di minoranze cristiane.

Yotube, a causa della violenta reazione suscitata dal filmato, ha deciso di bloccare l’accesso nei due paesi, rifiutandosi però,  di rimuovere del tutto il video; visto che, a detta della stessa azienda, questo non viola i termini di servizio della piattaforma. Decisione inusuale per un servizio che fa della libertà di espressione uno dei cardini del proprio successo.

Google ha effettuato tale scelta probabilmente per un misto di ragioni politiche, legali ed economiche. Secondo alcuni osservatori fondamentali potrebbero essersi rilevati 4 fattori.

  • La presenza di uffici della società in Egitto, soggetti alle leggi del paese e possibili target per attacchi degli estremisti islamici.
  • La possibilità non remota di un blocco totale della piattaforma da parte dei governi. Nell’area diversi servizi web hanno subito simili provvedimenti e il governo afghano, proprio in seguito alla vicenda del video incriminato, ha bloccato del tutto l’accesso alla piattaforma. Aimal Marjan, General Director of Information Technology del Ministero delle Comunicazioni Afghano ha spiegato: “Ci è stato detto di impedire l’accesso del pubblico afgano a YouTube fino a quando il video non sarà rimosso”.
  • Un possibile peggioramento dei rapporti con le autorità che renderebbe più complicato operare nell’area e potrebbe portare a provvedimenti svantaggiosi per l’azienda da parte dei governi. Anche se nella dichiarazione pubblica rilasciata dall’azienda non si fa menzione di pressioni da parte di questi.
  • Le possibili ripercussioni per l’azienda in termini di immagine, brand e di penetrazione nelle popolazioni islamiche, tra le più giovani al mondo, con la conseguente perdita di potenziale economico.

Nonostante ciò la decisione presa potrebbe avere conseguenze altrettanto negative per un servizio che si è spesso presentato come baluardo contro la restrizione della libertà di espressione e la limitazione delle opinioni esprimibili. Aspetto sottolineato da Google anche in questa occasione.

L’Electronic Frontier Foundation, nonostante riconosca la difficile situazione, ritiene, ad esempio, che Youtube prendendo la decisione “di censurare pro-attivamente il contenuto, si avvii su un terreno scivoloso che finisce con la polizia morale di tutti i video sul sito in base al principio YouTube Knows Best”.

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