Fujifilm, la morte programmata della pellicola e il cinema

Nuovo successo per il digitale e nuova sconfitta per l’analogico. Fujifilm, nota azienda giapponese, ha deciso di sospendere (primavera 2013) la produzione di pellicole cinematografiche a causa del crollo della domanda dovuto alle nuove tecnologie digitali.

L’industria cinematografica ha, infatti, adottato in modo massiccio le videocamere digitali per gli enormi vantaggi che offrono; particolarmente in termini di: riduzione dei costi, più ampie possibilità di editing e distribuzione fortemente semplificata.

Fujifilm fermerà, quindi, la storica produzione di pellicole (iniziata nel 1934) dopo aver evaso gli ultimi ordini; ma continuerà almeno temporaneamente a sviluppare le pellicole speciali utilizzate a scopo di conservazione dei filmati. L’azienda ha spiegato che dato l’abbassamento della domanda e l’innalzamento dei costi di produzione, dovuto principalmente ad un forte incremento del prezzo delle materie prime,  le attività di produzione non erano più economicamente vantaggiose.

Fujifilm è attualmente il secondo produttore mondiale di pellicole cinematografiche (circa 35% del mercato), con una quota inferiore solo a quella detenuta da Eastman Kodak (circa 55%). Il settore attraversa, però, una crisi profonda. Globalmente il mercato delle pellicole cinematografiche ha, infatti,  registrato l’anno scorso un crollo del 70% rispetto al picco di vendite verificatosi nel 2007. Trend probabilmente destinato a continuare con la progressiva digitalizzazione di tutta l’industria cinematografica. Un’epoca nostalgicamente al tramonto e nuovi panorami hollywoodiani in formazione.

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