Agcom: diminuiscono i ricavi del settore Tlc, necessario nuovo modello di business

Il trend negativo per le Tlc in Italia continua, con una riduzione del peso del settore nell’economia del paese e nella spesa delle famiglie. È quanto emerge dalla relazione annuale dell’Agcom.

Il peso del settore sul prodotto interno lordo italiano è, infatti, diminuito, passando dal 2.71% al 2,57%. Stesso trend per gli investimenti (dal 4.16% al 3.98%) e per l’incidenza sulla spesa delle famiglie (dal 2.31% al 2.21%).

La diminuzione dei ricavi lordi (40.59 miliardi di euro) degli operatori di telecomunicazione (-3.7% vs  -3.4% del 2010) riguarda sia il mercato fisso che quello mobile, ma la rete fissa fa registrare una contrazione leggermente superiore (-3,9%) a quella rilevata per la rete mobile  (-3,6%). Segnali positivi per quanto riguarda la diffusione dei servizi broadband (fissi e mobile) e i ricavi derivanti da traffico dati (+8,9%). Cresce, inoltre, la telefonia mobile virtuale, anche se sono presenti  segnali di saturazione del mercato.

Per la prima volta, inoltre, gli italiani hanno speso di più per la navigazione sul web in mobilità che per gli SMS: 2.41 miliardi (+17,7% rispetto al 2010) contro 2.33 miliardi (+1,5%).

Telecom Italia sconta una progressiva riduzione della propria quota di mercato. L’ex monopolista di stato riesce ad accaparrarsi il 47.4% della spesa finale degli utenti di rete fissa e mobile contro il 48.6% del 2010. I minori ricavi vengono ridistribuiti equamente tra Vodafone e Wind (+0.7% ciascuno), mentre flessioni marginali si registrano per Fastweb e H3g.

La relazione sottolinea, inoltre, un’evoluzione del mercato che al momento gli operatori più tradizionali di telecomunicazione non riescono a sfruttare a pieno. “L’evoluzione del settore delle comunicazioni negli ultimi anni mostra una sempre più accentuata dinamica di convergenza tecnologica e di mercato tra l’industria delle telecomunicazioni e quella dei media. Seppur ancora distinti sotto diversi profili, i mercati dei media e delle telecomunicazioni appaiono infatti attraversati da forti spinte all’integrazione, che incidono sulla catena del valore dell’intero settore delle comunicazioni. Questo va progressivamente assumendo i contorni di un ecosistema digitale sempre più complesso e articolato di relazioni e scambi tra operatori di reti e fornitori di servizi e contenuti audiovisivi, in cui si affermano nuovi attori economici, come le internet company globali, le c.d. Over The Top”. Questi nuovi attori, ed in particolare i giganti del web, sembrano maggiormente in grado di sfruttare le opportunità economiche del nuovo sistema.

L’Agcom sottolinea, quindi, la necessità di nuovi modelli di business “in grado di creare valore intorno alla fornitura di accesso a internet e di assicurare adeguata remunerazione agli operatori infrastrutturali in corrispondenza di incrementi nei volumi di traffico generati”. Il nodo della questione è nella divisione dei profitti tra chi offre connessione e chi contenuti e servizi.

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