Gli ostacoli allo sviluppo dell’industria dei media europei secondo la UE

Il Media Futures Forum dell’Unione Europea, istituito dal vicepresidente della Commissione Neelie Kroes Dicembre 2011, ha pubblicato il report finale sulle attività svolte. Il Forum, presieduto da Christian van Thillo (CEO della media company Aurex-De Persgroep, leader nel mercato Belga) e a cui hanno partecipato 20 importanti personalità dei più disparati settori mediali, aveva il compito di discutere ed analizzare l’impatto del digitale sull’industria dei media europea e di elaborare proposte di riforma del settore. Il focus centrale del report è quindi l’individuazione degli ostacoli principali allo sviluppo del mercato e delle relative soluzioni.

L’ostacolo maggiore sarebbe rappresentato dalla realizzazione incompleta del mercato digitale unico europeo, da completare  secondo i partecipanti con urgenza (entro il 2015). Forti ostacoli sarebbero presenti anche per quanto riguarda lo sviluppo di nuovi modelli di business, soprattutto a causa dei limiti imposti all’utilizzo dei dati personali. Il forum propone di conseguenza di stimolare nuovi modelli di business, trovando un nuovo bilanciamento tra il diritto alla privacy e gli interessi delle aziende.

Peserebbe, poi, il mancato accordo sulla modalità di divisione dei profitti. In particolare, si tratta di tutelare la proprietà intellettuale dei creatori di contenuti e di remunerarli in modo soddisfacente.

Per quanto riguarda l’audiovisivo, il problema risiederebbe in normative di supporto troppo frammentate e nelle grosse difficolta dell’industria europea riguardo all’esportazione. La soluzione suggerita va maggiormente verso la remunerazione dei contenuti sul mercato, tramite accordi di licenza, e meno verso il sostegno pubblico (anche se con qualche dubbio sulla sopravvivenza di alcune produzioni di qualità una volta private dei sussidi).

Le forti differenze legislative a cui devono sottostare le aziende europee e non, rappresenterebbero un altro ostacolo allo sviluppo dell’industria europea. Rendendo il terreno di gioco troppo disequilibrato. La soluzione individuata risiede in un uguale trattamento di aziende europee e non e di aziende simili, in particolare quelle maggiormente tradizionali di produzione di contenuti e le nuove aziende digitali di distribuzione e aggregazione contenuti.

I cambiamenti del mercato, e la crescente concorrenza tra aziende in apparenza molto differenti, creerebbero barriere all’ingresso in nuovi mercati; richiedendo un attento controllo della situazione e cambiamenti nelle leggi antitrust. Licenze e copyright renderebbero, inoltre, troppo differente l’accesso ai contenuti da diversi paesi dell’Unione. È quindi necessario, soprattutto con l’avvento del cloud, rivedere tali aspetti contrattuali e  normativi per favorire l’accesso da tutta l’Europa tramite servizi legali.

L’ultimo ostacola, ma non per importanza, riguarda le infrastrutture e gli investimenti non sufficienti a realizzare gli obiettivi fissati per il 2020 (100 Mbps al 50% e 30 Mbps al 100% della popolazione). È necessario quindi, per i partecipanti al forum, garantire un giusto ritorno degli investimenti ed incoraggiare la competizione e l’apertura delle reti, attraverso la neutralità delle tecnologie.

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