Huawei e ZTE responsabili di spionaggio per il Governo cinese?

Ieri il Governo canadese ha deciso di escludere la multinazionale cinese di apparecchiature per le telecomunicazioni Huawei dal bando per la costruzione di una rete governativa per le comunicazioni. Il motivo è il rischio per la sicurezza nazionale, dati soprattutto i sospetti di spionaggio industriale che gravano sulla compagnia asiatica.

Il Governo canadese, si è appellato alle norme sulla sicurezza nazionale per motivare il limite alle norme internazionali sul libero commercio; ciò a svantaggio della sola Huawei. Ma il caso canadese, non è certo isolato, ed anche la Commissione Europea sta tutt’ora tardando la chiusura di un contenzioso con l’altro colosso cinese ZTE (se pur tentando di non intaccare i rapporti tra Europa e Cina). Mentre in Australia, sempre la Huawei non ha avuto l’autorizzazione del Governo a partecipare alla costruzione di una rete da 38 miliardi di dollari per cablare con la fibra ottica in Paese.

In molti sostengono che il Governo canadese debba mantenere questa linea e prendere in seria considerazione le segnalazioni inviategli dal Governo degli Stati Uniti nei giorni scorsi. Infatti, anche negli USA la Huawei pare non godere della fiducia delle agenzie di sicurezza.

Infatti, una rapporto del Congresso degli Stati Uniti riporta l’indicazione per le aziende americane di non fare affari con la ZTE e la Huawei, entrambe accusate di essere complici del Governo di Pechino in operazioni di spionaggio governativo, spionaggio industriale e possibili tentativi di sabotaggio e manomissione delle reti e dei sistemi di comunicazione negli Stati Uniti e all’estero. I dati al riguardo emergono da 11 mesi di indagine condotte dai servizi di intelligence americani, il tutto riportato nel report del Comitato per l’Intelligence della Camera dei Rappresentanti USA.

Molti parlano di poche prove e di tanti sospetti da parte del Governo americano, tant’è che il titolo della Huawei non ha subito grandi variazioni a seguito della pubblicazione del report, così come quello della ZTE; che ha Hong Kong dopo aver perso nei giorni scorsi circa l’11%, proprio ieri è risalito nuovamente del 4%. Tutto ciò soprattutto per la fiducia che gli investitori riversano sull’azienda, sia per il suo rapido puntare sullo sviluppo delle reti 4G, sia per lo sviluppo delle tecnologie LTE attraverso partnership con governi e istituzioni di tutto il mondo. Stesso discorso per la Huawei, che è presente in 150 nazioni con un fatturato di 32,4 miliardi di dollari all’anno, dei quali circa due terzi sono prodotti fuori dalla Cina.

Secondo la Commissione degli Stati Uniti però, che intanto ha già incassato il dissenso del Ministro cinese dell’industria, le prove ci sarebbero: a cominciare da uno strano incidente avvenuto in Texas. Secondo l’intelligence americana infatti, a Sant’Antonio in Texas, un virus introdotto proprio attraverso apparecchiature della Huawei; sarebbe riuscito a penetrare nel nodo di rete gestito con i sistemi della compagnia asiatica, ed avrebbe trasmesso tutti i dati e le informazioni in transito direttamente in Cina.

Resta ora da capire se il Canada, che a differenza degli Stati Uniti non si è limitato a mettere sull’avviso le aziende, ma ad interdire da un appalto di forniture pubbliche la compagnia cinese; terrà fede a questa linea nonostante le proteste della filiale canadese della compagnia. Stando infatti alla legge, l’azienda che dovrebbe costruire e garantire i servizi della rete di telecomunicazioni governativa, è si la Huawei, ma nella sua divisione (pressoché autonoma) canadese; dunque per la legge da considerarsi una compagnia canadese a tutti gli effetti, non una compagnia straniera.

Inoltre, se si guarda al quadro generale della nazione canadese, non si può dire che essa non intrattenga importanti e stringenti rapporti con la multinazionale asiatica. Già nel 2008 la Huawei ha vinto un contratto per la creazione di una rete ad uso nazionale, sviluppata in partnership con gli operatori Telus e Bell Canada. Inoltre possiede un centro di ricerca e sviluppo ad Ottawa con 130 ingegneri; in Ontario, a Markham, ha uno stabilimento con 300 dipendenti, dichiarando un indotto per le aziende canadesi pari a 400 milioni di dollari canadesi. In fine, sempre in Ontario la Huawei ha investito nel suo sistema di ricerca e sviluppo 67 milioni di dollari canadesi; con in cambio un incentivo da parte della regione, pari a 6,5 milioni di dollari canadesi. Ecco perché oggi, il portavoce del Primo Ministro canadese Stephen Harper, ha dichiarato alla stampa che il Governo vaglierà con calma ogni azione sfaccettatura del problema prima di intraprendere un’effettiva espulsione dall’appalto della Huawei.

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