SIC: 2 miliardi in meno nel 2010, nessuna posizione dominante

Il mercato delle comunicazioni italiano registra una contrazione del fatturato. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha rilasciato gli ultimi dati inerenti il Sistema integrato delle comunicazioni (Sic), strumento pensato per effettuare una valutazione complessiva del settore e verificare-impedire il sorgere di posizioni dominanti, riscontrando una diminuzione del fatturato. 21 miliardi di euro nel 2010, contro i 23 miliardi del 2009 (-10%).

La contrazione riguarda principalmente il comparto pubblicitario che, solitamente, ha un andamento ciclico ed è particolarmente legato al contesto economico. Al contrario crescono, in controtendenza, pay tv ed editoria elettronica.

Il broadcasting radio-televisivo continua a raccogliere la quota maggiore di risorse 9.8 miliardi di euro pari al 46.4% del totale. La TV in chiaro genera il 57.4% delle risorse del sotto-settore, la quota maggiore (Pay TV 37.7%); ma registra un tasso di crescita annuale inferiore (3.7% vs pay tv 7.5% vs radio 6.9%).

La stampa, quotidiana e periodica, strappa la seconda posizione con il 30.3% (circa 6.4 miliardi); ma attraversa una fase di contrazione (-2.1%). Il comparto editoriale è completato dai ricavi derivanti dall’editoria annuaristica e da quella elettronica, complessivamente 1.3 miliardi di euro (6.3%). In controtendenza rispetto al settore editoriale complessivo l’editoria periodica registra un lieve incremento (+0.3%) e l’editoria elettronica è l’unico comparto a crescere in modo significativo e strutturale (+16.6%, 800 milioni di euro). Il cinema genera un fatturato pari a 1.2 miliardi. A tali ricavi devono essere sommati, per arrivare ai 21 miliardi del SIC, la pubblicità esterna (481 milioni, 2.3%), la “iniziative di comunicazione di prodotti e servizi” (689 milioni, 3.3%) e le sponsorizzazioni (1.182 miliardi, 5.6%).

L’Agcom, in base ai dati raccolti, ritiene che nessun operatore, durante l’anno, abbia raggiunto una posizione dominante nel sistema. Posizione dominante calcolata in base alle norme in vigore, da molti contestate. Viene, infatti, riconosciuta come posizione dominante quella di un’azienda che generi più del 20% dei ricavi complessivi del  SIC o il 40% delle risorse del proprio sotto-settore e il 10% di quelle dell’intero sistema. La critica, più comune, a tali norme è un limite antitrust calcolato su un paniere così ampio di attività da risultare molto basso. Inoltre, l’esclusione di alcune fonti di ricavo dal calcolo del valore del sistema ad alcuni appare di comodo e falsificante (finanziamento pubblico radiotelevisivo, televendite, e proventi della vendita della carta stampata, ad esempio, non rientrano nel SIC).

L’Autorità, in ogni caso, in base alle norme in vigore non individua posizioni dominanti nel sistema. I 6 principali gruppi mediali italiani (Fininvest, RAI, News Corporation, Seat Pagine Gialle, Gruppo Editoriale L’Espresso e RCS Mediagroup) totalizzano complessivamente 11 miliardi pari più del 50% del SIC, lasciando ai restanti operatori il 45.59% delle risorse del sistema. Fininvest genera il 16.04% del fatturato totale ed è il più grande gruppo mediale italiano in quanto a raccolta di risorse del SIC. Al pari degli altri maggiori gruppi guadagna, inoltre, una quota maggiore di risorse rispetto al passato (13.34% nel 2009).

La crescita dei maggiori gruppi porta ad un’ulteriore concentrazione del mercato. I sei principali operatori si accaparrano, infatti, più del 54% delle risorse contro il 48% del 2009. Il contesto macroeconomico sfavorevole, che ha condizionato la performance dell’intero sistema, ha probabilmente avuto conseguenze peggiori per gli operatori minori, portando ad una riduzione del loro peso complessivo sul sistema delle comunicazioni italiano.

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