MasterCard, i dati personali e la pubblicità mirata

I dati personali sono sempre più al centro delle strategie delle aziende per ottenere profitti e, contemporaneamente, del dibattito sui diritti digitali. MasterCard, che come tute le carte di credito tradizionalmente genera profitti dalla percentuale trattenuta sugli acquisti, starebbe ora rivendendo i dati sulle transizioni dei clienti ad altre aziende. L’obiettivo è consentire loro di targettizzare meglio i propri annunci pubblicitari distribuendoli ai consumatori potenzialmente più interessati all’acquisto, date le precedenti abitudini di consumo.

La nuova controversa strategia in fase di considerazione è stata rivelata dal Financial Times. Il quotidiano economico, dopo aver avuto accesso a materiale interno risalente all’anno scorso (in cui il management della compagnia analizzava una simile possibilità), ha ottenuto conferma da MasterCard dell’avvio di un’iniziativa in tal senso a Febbraio. La società, che processa transazioni per un valore annuale di circa 34 miliardi di dollari, ha specificato di impegnarsi molto per la protezione della privacy individuale e che i dati transazionali sono venduti in forma anonima e aggregata.

Anche American Express svolge, a sua volta, ricerche di mercato per aziende terze, basate sui dati aggragati delle transizioni. Visa, al contrario, adotta una strategia di monetizzazione che protegge maggiormente i propri clienti e avvantaggia l’azienda. Sostanzialmente permette ad aziende terze di contattare i propri clienti potenzialmente interessati ai prodotti proposti, stando ai precedenti acquisti effettuati; ma i clienti coinvolti nel programma sono soltanto quelli che hanno accettato di ricevere gli annunci in cambio di sconti o altri incentivi.

(L’online sales pitch confidenziale in cui si discuteva della possibilità di rivendere i dati è disponibile al momento online mediante registrazione alla piattaforma BrightTalk, via Wired).

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