Zuckerberg: startup, sfide difficili e legge di Moore dei social network

Mark Zuckerberg e Paul Graham alla "startup school" di Y Combinator (Stanford University).
Mark Zuckerberg e Paul Graham alla “startup school” di Y Combinator (Stanford University).

Fate qualcosa di fondamentale” è il consiglio principale di Mark Zuckerberg, CEO di Facebook, a chi desidera dar vita ad un’azienda. Zuckerberg, intervenendo all’edizione di quest’anno della Startup School di Y Combinator, ha spiegato che “Un sacco di aziende operano su piccoli problemi. È bello voler essere un imprenditore. Il problema è cercare di costruire una compagnia che risolve un problema tangibile. La cosa più interessante è operare su una qualcosa di fondamentale su come gli esseri umani vivono.” Il giovane CEO invita gli imprenditori ad inseguire ed affrontare problemi reali e difficili, non accontentarsi di qualcosa di facile, di piccoli problemi.

Zuckerberg ha sostenuto di non comprendere per nulla il desiderio di dar vita ad un’azienda soltanto perché si vuole essere imprenditori. “Non ho mai capito la psicologia dell’iniziare a costruire una compagnia prima di sapere cosa si vuole fare.”

Le startup devono essere, inoltre secondo Zuckerberg, flessibili e capaci di ascoltare, in modo da poter migliorare la propria offerta in base a richieste, abitudini e desideri dei propri utenti. Facebook, ad esempio, avrebbe introdotto la possibilità di condividere fotografie dopo aver notato che gli iscritti cambiavano quasi tutti i giorni la propria foto di profilo.

Un’altra caratteristica che una compagnia di successo deve avere, per il CEO del popolare social network, è quella di saper portare avanti il proprio progetto senza farsi troppo influenzare dai concorrenti. Zuckerberg porta l’esempio di Myspace che si sarebbe rovinato copiando Facebook, perché si sentiva minacciato da questo. Mayspace, secondo il giovane manager, era un ottimo servizio che faceva qualcosa di diverso, ovvero mettere in contato con sconosciuti. Facebook, al contrario, si concentrava sul mantenersi in contatto con persone che già si conoscevano. “Si sono sentiti minacciati da noi e ci hanno copiato, e non si può mai vincere in quel modo.”

Zuckerberg ribadisce la necessità di essere originali e lavorare su questioni di fondo. “Le aziende che… provano solo a copiare quello che fanno gli altri non hanno successo.” Facebook avrebbe avuto successo perché fa qualcosa di nuovo e che riguarda le basi del vivere sociale. Il social network trasformerebbe il comportamento delle persone e espanderebbe il numero di relazioni sociali che si possono gestire ed avere (sia online che off line). “Una definizione della tecnologia è che questa estende le capacità umane… Un social network estende la reale capacità sociale delle persone”.

Il CEO ha poi dichiarato che le persone in futuro condivideranno in rete molti più contenuti rispetto ad oggi. “È una specie di versione della legge di Moore per il social-networking… Ci aspettiamo che questo tasso [di condivisione] raddoppierà ogni 10 anni. Quindi tra 10 anni, le persone condivideranno circa 1000 volte quello che condividono oggi”.

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