Bernabé: per il futuro della rete servono regole condivise

Il presidente di Telecom Italia Franco Bernabè risponde ai ministri Giulio Terzi e Corrado Passera, in un intervento su “La Stampa”. Il futuro della rete per Bernabè dipende dall’adozione di regole comuni che sappiano dare risposta alle esigenze degli operatori. Questi “sono pronti ai cambiamenti necessari per rendere Internet e i servizi che attraverso la rete vengono veicolati ancora più diffusi e fruibili“. Sono necessarie, però, “alcune norme condivise a livello internazionale di ulteriore tutela dei diritti di accesso alla Rete”.

Il presidente dell’ex-monopolista di stato traccia un quadro non roseo del settore, influenzato negativamente dalla diminuzione dei profitti che potrebbe condizionare i necessari investimenti. “L’industria delle telecomunicazioni, in Europa, si trova oggi ad affrontare uno scenario in cui i ricavi sono in discesa, anche in ragione dell’applicazione di un modello regolatorio che ha portato a prezzi sempre più bassi per servizi sempre migliori. Pertanto, la capacità di investimento in nuove Reti è messa a rischio”.

Bernabè chiama, poi, in causa gli operatori OTT. Le aziende telefoniche sono pronte ad introdurre un nuovo contesto normativo, ma “con la necessaria cooperazione degli attori Over the Top, in un quadro di mutua collaborazione”. Chiedono anche di garantire “livelli di qualità predefiniti e più elevati”, in modo da poter sviluppare servizi avanzati, come la telemedicina.

Il presidente di Telecom Italia condivide, inoltre, “pienamente l’esigenza di definire un quadro di regole comune a livello internazionale” per quanto riguarda la perseguibilità dei reati, la tassazione dei profitti e il copyright. La sede più adatta per discutere di tali argomenti è, per Bernabè, l’ITU (International telecommunications Union) che dovrebbe riunirsi nel 2013 per discutere proprio di governance della rete (Ginevra, Maggio 2013).

La strada verso una Rete internet – conclude il manager –  che difenda la bandiera della libertà di espressione, ma che al tempo stesso risulti più performante, più flessibile, più sicura e rispettosa delle diverse sensibilità nazionali in tema di privacy, è appena cominciata”.

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