Trimestrali: Telecom Italia riduce l’indebitamento

Telecom Italia chiude i primi nove mesi dell’anno con ricavi sostanzialmente in linea con quelli registrati l’anno precedente pari a 22061 milioni di euro (22059 milioni nel 2011). Stesso discorso per l’utile netto che si ferma a 1.926 milioni di euro. Nei primi nove mesi del 2011, infatti, la società aveva registrato perdite per 1256 milioni euro, ma se si tiene conto della svalutazione straordinaria da 3.2 miliardi effettuata durante il periodo, i profitti sono molto simili. L’utile del solo terzo trimestre 2012 è calato di 105 milioni (-13.4%) rispetto allo stesso periodo dell’anno passato fermandosi a 681 milioni di euro.

L’operatore mobile, se si considerano soltanto i risultati ottenuti in Italia, registra, però, un quadro economico leggermente differente. I ricavi in Italia subiscono una flessione (-4.7%, 13413 milioni), anche se minore a quella registrata nello stesso periodo del 2011 (-5.8%).

I ricavi consolidati complessivi del gruppo internazionale per il terzo trimestre risultano quindi in calo, soprattutto a causa dei risultati ottenuti in Italia.  Le entrate consolidate (Q3) sono, infatti, pari a 7268 milioni di euro, in riduzione di 248 milioni di euro (-3.3%, -1.4% in termini organici) rispetto al terzo trimestre del 2011. Risultati che scontano particolarmente la contrazione subita dal comparto domestico (-7.9% in termini organici rispetto allo scorso anno), solo parzialmente compensata dalle performance positive delle controllate in Brasile e Argentina, in crescita rispettivamente dell’8 e del 18.2% in termini organici rispetto al trimestre corrispondente del 2011.

Il margine operativo lordo (EBITDA) consolidato è ugualmente in flessione, risultando pari complessivamente a 8860 milioni di euro nei primi nove mesi del 2012, in diminuzione del 3% rispetto all’anno scorso. La contrazione risulta ancora una volta superiore per quanto riguarda le attività italiane (-3.7%).

Si riduce, inoltra,  l’EBITDA margin, ovvero l’incidenza percentuale del reddito operativo lordo sul fatturato (rapporto tra EBITDA e ricavi), che risulta pari al 40.2% contro il 41.4% dei primi nove mesi del 2011.

L’EBIT consolidato (l’utile prima degli interessi, delle imposte, delle tasse e delle componenti straordinarie) dei primi nove mesi è pari a 4.900 milioni di euro (1.809 milioni di euro nei primi nove mesi del 2011, ma come si accennava veniva considerata la svalutazione dell’avviamento della Business Unit Domestic per 3182 milioni di euro). La variazione organica dell’EBIT è negativa per 31 milioni di euro (-0.6%), con un’incidenza sui ricavi del 22.4% in riduzione rispetto ai primi nove mesi del 2011 quando risultava pari al 22.9%.

La notizia più positiva per la società proviene, però, dall’indebitamento finanziario; ridottosi di quasi un miliardo di euro (929 milioni) da inizio anno (29485 milioni di euro attuali contro i 30414 del 31 Dicembre 2011). Risultato, probabilmente, in larga parte responsabile per la buona reazione dei mercati finanziari. Le azioni della società, dopo il rilascio dei conti economici, hanno subito, infatti, un rialzo del 3.5% sulla borsa italiana.

Il forte indebitamento è il problema centrale della compagnia e la sua riduzione era stata dichiarata una priorità dal presidente, Franco Bernabe’. Il presidente di Telecom Italia commentando i risultati ha dichiarato: “La buona generazione di cassa ha più che compensato il fabbisogno per il pagamento dei dividendi e delle imposte e ci consente di confermare gli obiettivi”. Discutendo dei risultati in Italia ha, poi, aggiunto: “Il risultato della Business Unit Domestic nei primi nove mesi dell’anno è in lieve recupero rispetto ai livelli dello stesso periodo del 2011, grazie alle azioni intraprese per la difesa della base clienti e dell’Arpu, tra cui nuove politiche d’offerta e lo sviluppo di nuovi servizi. Questo nonostante uno scenario congiunturale in peggioramento e un contesto di mercato caratterizzato da forti dinamiche deflattive e da inasprimenti delle politiche regolatorie. Il terzo trimestre in particolare ha risentito, in aggiunta, dell’entrata in vigore del nuovo listino di terminazione mobile con una riduzione della tariffa del 53% e dell’introduzione di nuovi ‘tetti’ al roaming in Europa”.

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