L’Acta spacca l’Europa e la Commissione è costretta a prenderne atto

L’Acta, il controverso accordo internazionale anti-contraffazione e sulla protezione del copyright in rete, spacca l’Europa e la Commissione Europea è costretta a prendere atto dell’impossibilità di raggiungere una mediazione. La Commissione aveva negoziato a nome dell’Ue il trattato, ma diversi paesi membri lo avevano bocciato e il Parlamento Europeo lo aveva a sua volta respinto (Luglio). Molti sostengono infatti che l’accordo commerciale violi i valori fondamentali sanciti nei Trattati dell’Unione Europea e le libertà/diritti individuali.

La Commissione Europea aveva così chiesto chiarimenti alla Corte Europea sulla compatibilità dell’accordo con i valori fondamentali sanciti nei Trattati da cui nasce l’UE. Pia Ahrenkilde, portavoce dell’organo comunitario, dopo la riunione settimanale dei commissari, ha ieri annunciato, però, che la Commissione ha “deciso di ritirare” la richiesta di un parere alla Corte, su invito della stessa, perché non “non c’è nessuna chance realistica di un accordo” a livello UE.

I commenti alla decisione della Commissione non si sono fatti attendere, sopratutto da parte del gruppo parlamentare europeo dei Socialisti & Democratici (S&D). L’eurodeputato Bernd Lange, portavoce per il commercio internazionale del gruppo, ha dichiarato: “Sono felice che tutto ciò sia finito. Il nostro Gruppo ha criticato tutti gli errori commessi durante l’intero percorso fin dall’inizio delle negoziazioni, è stato negoziato in segreto e mette insieme elementi discordanti come i beni contraffatti e il copyright sul web. In primis, la mancanza di chiarezza ha prodotto timori tra gli utenti di internet e molti esperti hanno messo in guardia le persone riguardo alle minacce ai diritti fondamentali. Dobbiamo ricominciare da zero, noi vogliamo combattere la contraffazione e siamo disponibili a cominciare prima possibile per trovare una giusta soluzione.” “Adesso attentiamo una proposta dalla Commissione per una legislazione moderna sul copyright e i diritti digitali”.

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