RCS punta sul digitale. I mercati premiano il nuovo piano ma con riserva

Rcs Mediagroup, società editrice del Corriere della Sera, ha annunciato ieri il proprio piano per il rilancio della società. La nuova strategia punta decisamente sul digitale e sull’incremento del margine EBITDA (margine operativo lordo (EBITDA)/ ricavi) che dovrebbe passare dall’attuale 4% delle vendite al 10% entro il 2015.

Risultato ottenuto grazie a riduzioni dei costi per 100 milioni, ma contemporaneamente a investimenti per 300 milioni di euro. Ancor più grazie alla prevista crescita del fatturato proveniente dal digitale, che dovrebbe rappresentare entro il 2015 il 25% del fatturato complessivo (vs 14% attuale); passando dai 230 milioni del 2012 ai 400 del 2015.

Il gruppo editoriale spera di far crescere in modo deciso la raccolta proveniente dall’advertising digitale e punta ad un tasso annuale di crescita (Compounded Annual Growth Rate, CAGR) superiore a quello stimato per l’intero mercato. In Italia RCS stima, infatti, una crescita annuale per la propria raccolta del 18% contro una media di mercato dell’11%, mentre in Spagna punta al 9% (mercato +6%).

Il canale di distribuzione digitale dovrebbe ugualmente crescere e rappresentare il 36% della diffusione dei quotidiani in Italia (23% in Spagna). Quasi altrettanto importante l’incremento del peso degli ebook sul totale venduto (15%).

Per ottenere questi risultati il gruppo prevede di investire 300 milioni di euro. E, anche non escludendo la possibilità di “cogliere eventuali opportunità che si manifestassero sul mercato“, si prone di focalizzarsi sui propri core business, “su quegli ambiti e aree editoriali nei quali è possibile raggiungere una posizione rilevante di mercato e nei quali il Dna di competenze e storia del Gruppo lo rende un leader naturale. Si continuerà quindi ad investire nel rafforzamento dei sistemi che ruotano intorno ai marchi ‘core’ che già oggi si pongono in maniera solida all’interno dei mercati di riferimento“.

Il riammodernamento organizzativo viene poi definito dalla press release del consiglio d’amministrazioneimprescindibile“. Il Cda ritiene necessaria la “prosecuzione degli interventi di efficientamento di prodotti e di processo al fine di ottimizzare e semplificare la struttura che affronterà le sfide che attendono il gruppo e che richiedono un aumento della produttività, della flessibilità e dell’agilità organizzativa“.

I mercati finanziari sembrano aver reagito positivamente all’annuncio della nuova strategia. Il titolo aveva chiuso la giornata di ieri in calo di circa l’1%, ma stamattina ha registrato un netto rialzo (+2.72 intorno all’una, con punte del 4.3% a metà mattinata). La reazione positiva dei mercati non è, però, priva di dubbi; visti i forti investimenti previsti dal piano (300 milioni di euro) e l’ingente debito attuale (stimato in 800 milioni a fine anno) che dovrebbe, inoltre, crescere ulteriormente nel periodo.

Gli analisti finanziari prevedono che, se il gruppo non venderà una parte consistente del proprio patrimonio immobiliare, la prevista capitalizzazione dovrà portare nelle casse circa 600-700 milioni affinché il gruppo possa realmente implementare la strategia varata. Alcuni analisti ritengono poi i risultati attuali del gruppo non positivi e gli obiettivi non poi così eccezionali. Banca Akros, ad esempio, sottolinea la debolezza dei risultati, che fanno ipotizzare un calo dei ricavi nel quarto trimestre di quasi il 25% e addirittura del 60% per l’Ebitda, e l’assenza di indicazioni relative al 2013 che sembra destinato a rilevarsi “peggiore di quanto ci aspettassimo inizialmente”. Ancor più la banca mette in evidenza che gli obiettivi del paiano sono in linea con le precedenti stime e richiedono agli investitori un “atto di fede” verso il gruppo. “Il piano di per sé ha un impatto neutrale, visto che i target di lungo termine non sono molto distanti dalle nostre stime, con un interrogativo sulla loro attendibilità“.

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