Muore a 26 anni Aaron Swartz, genio del web

Giovane genio del computer, Aaron Swartz ha contribuito a soli 14 anni alla creazione dell’RSS, uno dei più popolari formati Web per la distribuzione di feed, utili per essere aggiornati su nuovi contenuti quali notizie, post o articoli nelle pagine internet di interesse.

Nel corso degli anni è divenuto un’icona del Web per aver reso disponibile e accessibile agli utenti online, gratis, una montagna di informazioni anche riservate, creandosi la fama di attivista del libero accesso ai contenuti del web. Un po’ di tempo fa, scrisse sul suo blog “L’informazione è potere. Ma per ogni potere, c’è sempre qualcuno che vuole tenerlo per sé.” E ancora “L’intero patrimonio scientifico e culturale del mondo, pubblicato nel corso dei secoli in libri e riviste, si sta allo stesso tempo digitalizzando e chiudendo nelle mani di corporation private… condividere non è immorale. È un imperativo morale. Solo gli accecati dall’avidità rifiutano di farne delle copie”.

La sua convinzione che la condivisione libera delle informazioni fosse un bene per la comunità lo ha spinto a fondare l’associazione no-profit DemandProgress che nel 2011 è riuscita a bloccare una proposta di legge, che, per fermare la pirateria online, avrebbe vietato l’accesso a siti web ritenuti impegnati nella condivisione gratuita di materiale intellettuale. La questione lo ha però portato ad affrontare l’accusa di frode informatica che, in caso di condanna, lo avrebbe visto scontare una pena di 35 anni di carcere e una multa da 1 milioni di dollari. Il processo era programmato entro la fine dell’anno.

Il corpo di Aaron Swartz  è stato, però, ritrovato nella sua casa di Brooklyn dalla polizia che ne ha dichiarato la morte per suicidio. Dura la reazione dei familiari che imputano il gesto ad una giustizia penale intimidatoria e inefficiente.

Il mondo del Web si stringe attorno alle parole di Tim Barners-Lee, creatore del World Wide Web che scrive in un tweet: “Aaron è morto. Vagabondi del mondo, abbiamo perso un anziano saggio. Da hackers, abbiamo perso uno di noi. Da genitori, abbiamo perso un figlio. Piangiamo”.

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