Il web e il silenzio post elettorale dei candidati

Ora, che finalmente è passata la buriana elettorale, vorrei invitare tutti voi ad un minuto di silenzio, per commemorare i caduti, quelli che non vedremo più.

silenzioUn minuto di silenzio per gli account dei candidati aperti in fretta e furia su Twitter, Facebook ed ogni altro possibile social. Tutte queste pagine fighette con foto di uomini sorridenti e donne photoshoppate a morte per essere più belle, il cui proprietario ufficiale, cioè il candidato medesimo, non ricorda nemmeno l’indirizzo perché in realtà non ha mai twittato una sola riga, e che ora andranno nel mondo dei più, salvo essere riesumanti sporadicamente, quando sarà più facile dettare un twitt allo stagista portavoce factotum che convocare una conferenza stampa.

Un minuto di silenzio per tutti gli wow, le faccine sorridenti, gli status sbarazzini inventati sempre dallo stagista per far credere agli elettori che il candidato, che di suo non ha mai usato uno smile anche perché già nella vita reale non sa nemmeno dove si comincia a sorridere, sia non dico simpatico ma quantomeno abbia qualcosa di vagamente umano. Andranno nel paradiso delle emoticon perdute, assieme al senno di Orlando ed ai calzini che scompaiono fagocitati dalle lavatrici, e non se ne hanno notizie mai più.

Un minuto di silenzio per i guri del web, quelli che ci han raccontato per anni di essere maghi della rete, in grado di immaginare strategie innovative per promuovere sul web qualsiasi prodotto. E che poi, messi alla prova delle elezioni, si sono inventati le clamorose novità delle mail spam inviate alla mattina della domenica elettorale.

Un minuto di silenzio (e anche un abbraccio di compassione) per tutti i parenti, gli amici, i semplici conoscenti del candidato che per due mesi si sono visti taggare ogni due minuti in qualsiasi iniziativa del medesimo, e hanno passato metà del tempo, su Fb, a staggarsi e mandarlo a quel paese.

montiUn minuto di silenzio per i cani adottati in fretta e furia per dimostrare la simpatia dell’aspirante premier, e anche per le fidanzate adottate (vista l’età) in fretta e furia per dimostrarne l’attrattiva sessuale. Entrambi, cani e fidanzate, sono stati sparati sul web ma hanno avuto l’incredibile fortuna di passare come meteore, tanto è vero che non sono arrivati nemmeno alla fine della campagna elettorale e sono scomparsi assai prima. Chissà dove, chissà dove.

Un minuto di silenzio per gli stagisti assunti per le elezioni e forse domani licenziati se il loro candidato non arriverà in parlamento.  Diranno che è colpa loro, perché non hanno saputo raggiungere il target, mentre la realtà più banale è che il web può fare fino ad un certo punto se il candidato è cretino.

Un minuto di silenzio per tutti i candidati della rete, che vengono dalla rete, vivono sulla rete, hanno fatto le primarie sulla rete, parlano solo con la rete. Perché da oggi, figlioli miei, imparerete che siete arrivati in Parlamento dalla rete, sì, ma il Parlamento e la politica sono una cosa più complicata di mettere un like e creare un evento su Fb.

E a tutti loro, e a tutti noi, buona fortuna. Che ne abbiamo tanto, tanto, tanto bisogno.

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