Il primo bar dei Robot

Proviamo a fare un piccolo esperimento. Facciamo una proposta al nostro capo di pagare il nostro lavoro con un centesimo e per 30 giorni raddoppiamo questo centesimo ogni giorno. Il secondo giorno la paga sarà di due centesimi, il terzo quattro centesimi e così via. Una partenza lenta, cosa volete che sia per il nostro capo pagarci con un centesimo?

legge-moorePartiamo da 1 centesimo e al 15 giorno ne abbiamo 164, tutto sommato non male visto che siamo partiti da uno. Un avanzamento facilmente visualizzabile su un grafico. Che succede dal 16mo giorno in poi? siamo costretti a cambiare la scala di rappresentazione. Le cose cominciano a precipitare passiamo dal giorno 16 ad avere 328 centesimi al giorno trenta dove i centesimi sono diventati 5.368.709 (cinquemilionitrecentosessantottomila settecentonove). Niente male. Se proprio ci viene di “lavorare” per altri 30 giorni il risultato finale sarà 5.764.607.523.034,235 (a voi il piacere di leggerlo). Questa è quella che si chiama progressione esponenziale. Questo il fenomeno che viviamo tutti i giorni. Quello che ci porta al raddoppio delle capacità dei nostri computer ogni 18 mesi, al raddoppio della banda ogni 18 mesi, Quella che prende il nome di legge di Moore.

Ovviamente non è una legge e nessuno si sogna di dargli questa benedizione; siamo tecnici, non economisti ossessionati di trovare leggi che poi puntualmente non funzionano. D’altronde con una progressione di questo tipo pensare alle loro leggi lineari fa decisamente sorridere anche se poi, le conseguenze su occupazione e sviluppo, fanno piangere. Quella di Moore è una formula derivante dall’osservazione, fino ad oggi è stata puntualmente verificata (per la verità qualcuno sostiene che il raddoppio avviene ogni 12 mesi e non 18).

La legge di Moore è riferita alla miniaturizzazione di componenti elettronici, quindi potremmo pensare che questa accelerazione stia per finire, potremmo nanotecnologiapensare di essere ormai alla saturazione. Puó darsi, peccato che presto ci sarà un cambio di paradigma: dall’elettronica “classica” all’impiego di elettronica quantistica e quindi la crescita può continuare. Dalle valvole, al transistor, al circuito integrato, alle nanotecnologie e, in arrivo, l’uso della fisica quantistica e nel mirino c’é già lo sviluppo di componenti biologici. Continui cambi di paradigma che permettono di “raddoppiare”, di superare il limite di un approccio. Negli anni 80 (non molto tempo fa) si pensava che la massima velocità di trasmissione dati che si poteva ipotizzare era quella delle linee dedicate ISDN a 64kb (sessantaquattro), considerando che i dati viaggiavano normalmente sulle linee tradizionali a 1200 baud (milleduecento bit per secondo) la velocità delle reti ISDN sembrava incredibile.

Oggi l’unità di misura, per esempio via etere, é quella dei megabyte (milioni) e si stanno sperimentando i primi sistemi (disponibili probabilmente tra pochi anni) che avranno come unità di misura i gigabyte. Che dire della capacità dei dischi, della risoluzione dei video? Il raddoppio si manifesta senza ombra di dubbio e senza nessuna possibilità di essere smentiti, contemporaneamente raddoppia anche l’affidabilità di questi gadget. Non c’é uno sviluppo a discapito della qualità. Stesso discorso per il software. La conseguenza di tutto questo é che i computer a breve effettueranno il vero salto di qualità: invaderanno il territorio dei compiti e dei mestieri considerati di pertinenza esclusiva dell’intelletto umano. Un esempio per tutti le traduzioni da una lingua all’altra. In sintesi ad oggi non sembra proprio che i giardinieri e i camerieri sono a rischio di essere sostituiti da un robot. Rischiano di più, a breve, oltre agli interpreti, i radiologici, gli esperti legali.

Tutto questo richiederebbe un equivalente sforzo di trasformazione delle organizzazioni, della società, dei modelli economici, dei processi, delle infrastrutture, delle istituzioni e più in profondità delle nostre conoscenze ormai obsolete come obsoleto é l’uso della penna e calamaio. Questi asset intangibili devono viaggiare di pari passo con quelli tangibili dovuti allo sviluppo delle tecnologie. Purtroppo mentre le tecnologie accelerano tutto il resto va a passo di tartaruga e la distanza aumenta sempre di più (alla faccia di Zenone e la sua famosa corsa tra Achille e la tartaruga). Un esempio per tutti: più aumenta la produzione grazie alla tecnologia più diminuisce l’occupazione. Più i prodotti costeranno di meno, e sempre meno persone li compreranno. Non si riesce a reagire in maniera propositiva. Si pensa ad una corsa contro le macchine invece di pensare ad una corsa assieme alle macchine.

Forse questi signori pensano che il vero business é aprire un bar per i robot? Un posto dove i robot si possono riunire la sera e bere una birra in santa pace dopo una faticosa giornata di lavoro? Stanno i nostri eroi (economisti, politici, e rivoluzionari) pensando di dare un salario ai robot così da mantenere in vita il mercato di massa?

Avete un’idea di come far convivere questi mondi? Mi sembra proprio di no. Almeno smettete di parlare di giovani vecchi e futuro per i nostri figli ed eliminate la parola innovazione dal vostro vocabolario. Quando ne parlate la vostra innovazione corrisponde a quella che é già passata da almeno un decennio (basta leggere cosa si pensa e cosa si propone nella famosa e italianissima Agenda Digitale). Il mercato non ha bisogno di leggi per svilupparsi, lo fa indipendentemente dai vostri tempi di pensiero. Nessun decreto ha messo i cavalli fuorilegge per far posto alle macchine e suoi derivati, ma nessuno li usa. Non c’é stato bisogno di un’Agenda Dei Motori.

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1 COMMENT

  1. Si potrebbe pensare di raddoppiare gli stipendi (=> potere di acquisto) ogni volta che si raddoppia la capacità dei nostri PC, etc., ogni 18 o probabilmente 12 mesi! Ecco quello che mi mancava, quando fui schoccata (o scioccata?) dalla notizia che dagli anni ’70 agli anni ’00 lo stipendio di un AD era passato da.. circa 10 volte quello di un operaio a circa 300 volte (i numeri esatti li saprai sicuramente tu!). Non solo fui sorpresa nel constatare 10 anni fa che in Italia non esisteva una salario minimo, mentre io ne ipotizzavo anche uno massimo… quasi quasi non resta che sperare, visto coloro che possono (i famigerati) mai si metteranno d’accordo, che i robot prendano il sopravvento e creino occupazione anche per qualche umano! Magari possiamo far loro da badanti!
    Scherzi a parte.. son sempre impressionata da come riesci a mettere assieme le cose, Beppe, a collegare verità in modo inusuale ed estremamente logico!
    La frase clou per me è quella che metti in grassetto, di fare una corsa CON le macchine!
    Utilizzarle per quello che si può…ma in certi ambiti (sulle traduzioni si potrebbe discutere) per l’arte in senso lato, credo che noi umani siamo ancora indispensabili, almeno per un po’… se riusciamo ad utilizzare al meglio le macchine, essere pagati decentemente (=equamente) e cosi’ dedicarci a cultura-arte e ad utilizzare..al meglio.. no,.. non esiste un megli… ad utilizzare appieno l’intelletto.

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