Annunciati nei giorni scorsi, i provvedimenti anti Google dall’europa prendono oggi forma concreta.
Le authority per la protezione dei dati dei 27 Stati membri dell’Unione europea lanceranno “prima dell’estate” un’ “azione repressiva” contro Google, che si rifiuta di modificare le sue norme sulla privacy, come richiesto dall’Unione europea: è quanto ha annunciato dalla commissione francese per la protezione dei dati, che è stata incaricata dagli altri 26 Stati membri di seguire il dossier.
Da marzo 2012, il colosso americano del web applica una nuova politica sui dati personali. Una sessantina di regole di utilizzo sono state unificate in una sola, raggruppando le informazioni di numerosi servizi, che un tempo erano separati. A ottobre, dopo mesi di analisi e scambi con il gruppo, i Ventisette hanno chiesto “un’informazione più chiara e più completa dei dati raccolti” e della loro “finalità“, vista anche la scarsa padronanza degli utenti un materia. L’Ue ha inoltre chiesto a Google di fornire modifiche entro quattro mesi, per “mettersi in conformità” con la direttiva europea per l’Informatica e la Libertà, che punta a proteggere il diritto alla vita privata dei cittadini. Da parte sua il colosso americano assicura che “la nostra normativa sulla privacy rispetta la legge europea e ci permette di creare servizi più semplici e più efficaci. Siamo stati costantemente in contatto con il Cnil (Commissione nazionale per l’informatica e le libertà francese, ndr.) nel corso di questa vicenda e continueremo a esserlo in futuro”.
“L’azione congiunta di tutti i Garanti europei nei confronti di Google mira ad affermare l’esigenza del rispetto della riservatezza dei cittadini europei anche da parte dei Big della Rete e dalle imprese che operano nel settore delle comunicazioni elettroniche ovunque siano stabilite“. Antonello Soro, Garante per la privacy, commenta così la decisione, assunta insieme ai suoi colleghi delle altre 26 Autorità europee per la protezione dei dati, di lanciare prima dell’estate un'”azione repressiva” nei confronti di Google che si rifiuta di modificare le sue norme sulla privacy. “È un’azione importante per salvaguardare non solo i cittadini, ma anche le imprese europee. Nel caso in cui non si riuscisse a far in modo che Google si adegui alle indicazioni delle Autorità di protezione dati – spiega Soro – e non modifichi la sua privacy policy per mettersi in regola con le norme che si è data l’Unione in materia, si determinerebbe infatti una situazione paradossale nella quale le imprese europee, che tutelano maggiormente i cittadini in quanto tenute al rispetto di obblighi rigorosi, sarebbero penalizzate rispetto agli Over the Top, come Google. Tutto ciò potrebbe peraltro portare con sè – conclude il Garante italiano – il rischio di far passare tra le imprese l’idea sbagliata e certamente dannosa per l’economia europea, specie nel difficile contesto attuale, che sia conveniente stabilirsi in altre parti del mondo per avere le mani libere e operare senza vincoli”.
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