Privacy: Ue plaude a iniziativa congiunta su Google

Un’azione concertata di sei paesi dell’Unione europea tra cui l’Italia per aprire un’istruttoria sul rispetto della disciplina europea sulla protezione dei dati personali da parte di Google. È questo lo scenario in cui si colloca la decisione del Garante italiano, di aprire un’istruttoria sul trattamento della privacy previsto da Google. Oltre che del nostro paese, indagini sono state attivate in Francia, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi e Spagna e, insieme, hanno acceso un faro sul colosso di Mountain View “per verificare il rispetto della disciplina sulla protezione dei dati personali“.

La vicepresidente della Commissione europea Viviane Reding plaude all’iniziativa e Big G risponde a stretto giro: “Rispettiamo la legge europea e siamo in contatto con i Garanti”. L’iniziativa della task-force dei sei Garanti europei si riferisce all’unificazione della privacy policy di diversi servizi (da Gmail a YouTube a Google Maps, solo per citarne alcuni) messa in campo da Mountain View un anno fa. Tra marzo e ottobre 2012 il gruppo delle Autorità della privacy dei 27 Paesi dell’Ue l’ha analizzata per stabilire se fosse in linea con i requisiti della Direttiva europea sulla protezione dei dati, che risale al 1995. Alla luce dei risultati di questa analisi, i Garanti hanno chiesto a Google di adottare entro quattro mesi una serie di modifiche necessarie per assicurare la conformità dei trattamenti alle disposizioni vigenti. Decorso questo periodo, alcuni rappresentanti di Google hanno chiesto un incontro con la task-force che si è tenuto il 19 marzo scorso a seguito del quale la società, “nonostante avesse manifestato la propria disponibilità non ha ancora adottato alcuna iniziativa concreta”. Ciascuna delle sei Autorità coinvolte condurrà, pertanto, “ulteriori accertamenti con il formale avvio di procedimenti distinti ma in stretto coordinamento tra loro“.

Azioni concertate come quella di oggi devono diventare la regola e non essere più l’eccezione“, commenta Viviane Reding, vicepresidente della Commissione europea che lo scorso anno ha presentato una proposta di revisione della direttiva del 1995 attualmente in vigore. Nel nuovo testo è previsto, tra l’altro, un meccanismo di sanzioni che valga per l’intero territorio dell’Unione europea, con multe che potranno arrivare al 2% del fatturato. “Ho fiducia che entro quest’anno il Parlamento europeo e gli stati membri rafforzeranno sostanzialmente gli strumenti a disposizione“, conclude Reding.

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