Il web, il social marketing e il cliente indeciso a tutto

Il problema è che lui non sa cosa vuole. A dire il vero non sa nemmeno cosa non vuole, anzi forse il problema è che, proprio per questo, vuole un po’ di tutto.

Quindi arriva da te, che sei un consulente, con delle idee chiarissime in testa, peccato che siano tutte in contrasto fra loro: perché lui vuole il sito, però ha paura dei commentatori; e allora lo vuole aperto al pubblico, però anche chiuso. E poi vuole che sia su un dominio dell’azienda, ma anche che sia su una piattaforma esterna, «Tipo Facebook, ecco.» Però non proprio Facebook, perché gli hanno detto che poi Facebook i dati dei clienti se li tiene e i dati dei clienti, invece, se li vuole tenere lui. Però Facebook sì, e anche Twitter, certo: gli han detto tutti che Twitter ci vuole. Però poi non è che su Twitter vengono quelli che insultano? Perché lui quelli che insultano non li vuole, no.

E poi, insomma, lui vuole internet. Però vuole internet ma che funzioni, perché a lui interessa vendere, ecco: se internet non gli fa vendere, non vuole più internet. Che poi di internet non è che tanto si fida, però insomma senza non ci puoi stare, glielo dicono tutti. E quindi internet, sì, ma non si può fare una cosa che sia internet ma non sia proprio internet?

Perché poi anche questa roba che bisogna curare il marketing sui social e sulla rete. Ovvio che lui lo vuole. Però, insomma, è cara questa roba che deve assumere qualcuno che se ne intenda, come gli dici tu. Non si potrebbe trovare il modo di risparmiare un po’? Cioè, mica servirà davvero prendere un professionista. Non si potrebbe prendere un ragazzo in stage? in fondo, sì, vuole internet, ma mica una cosa impegnativa. Diciamo che vuole internet ma solo poco poco, perché bisogna fare scena, mica che ci si deve lavorare sul serio, no?

trollE poi questa rete è così complicata, e gli hanno detto che bisogna stare attenti perché ci sono un sacco di hacker, di gente che attacca il sito, e poi ci sono i troll. E a lui i troll gli fanno paura perché ha sentito che li pagano anche, i concorrenti, ‘sti troll, e tu poi ti trovi il sito ingorgato di commenti negativi perché questi scrivono male di te. E non si fa così, perché lui ha una reputazione dell’azienda da difendere, eh. Che poi, insomma, si potesse almeno mandarli sui siti dei concorrenti, i troll, a parlar male di loro…non si può? Nemmeno lo stagista che assume per curare il social marketing?

E insomma, poi a lui piacerebbe avere uno di quei siti, ma anche quelle pagine facebook che hanno milioni di fan. Ma milioni, eh. Ecco, a lui piacerebbe una cosa così. Però che quando commentano dicono solo cose positive. Quelli che dicono cose cattive, no. Che poi gli hanno detto che quelli che dicono cose positive, i fan, insomma, si possono anche comprare. A pacchetti. E tu in pochi giorni hai una pagina con milioni di fan. E per pochi dollari, anche. Ecco, non si potrebbe anche fare una cosa così, invece di assumere uno che cura il social marketing?

E tu lo guardi, guardi la porta, e conti mentalmente fino a dieci, chiedendoti se arriverai al dieci prima di dirgli che può andarsene, grazie, ciao.

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