L’impatto della banda ultra larga

Negli ultimi anni sono state realizzate numerose analisi empiriche per misurare l’impatto economico degli investimenti nella banda larga e ultra larga, sia a livello territoriale che di interi Paesi. In uno degli ultimi comunicati stampa della Commissione europea (DG CONNECT) si ricorda come un incremento di 10 punti percentuali nella penetrazione della banda ultra larga porta ad una crescita di 1,5% del PIL.

Visto che il 2013 sarà l’anno dei nuovi orientamenti comunitari in materia di reti di nuova generazione (Neelie sforna una dichiarazione a settimana) non stupisce quindi che sia appena stato pubblicato uno studio che fa il punto sugli scenari Paese per la realizzazione delle nuove reti e misura i possibili benefici.

ultrabroadband

4 tipi di benefici. Senza scomodare troppo il moltiplicatore keynesiano (che qui si applica molto bene) sono quattro i pilastri su cui si fonda il valore generato dalle nuove reti: l’occupazione; la produttività; lo sviluppo del PIL; l’aumento sostanziale del vantaggio economico per consumatori e produttori (il “surplus”).

Quando si può chiamare banda ultra larga? Il documento presentato dalla Commissione non è una posizione ufficiale comunitaria e gli esperti consultati hanno preso una posizione un po’ pilatesca identificando cinque tecnologie come “idonee” per superare la soglia di 30 Mbps in download che l’Agenda Digitale Europea fissa come traguardo minimo della banda ultra larga per il 2020. Le prime tre sono quelle basate sulle tecnologie di rete fissa (FTTP e FTTC, Fibre To The Premise e Fibre To The Curb, nonché le reti di TV via cavo DOCSIS).

Non solo fibra. Per non creare dispiaceri a nessuno, scendono però in campo anche le reti radio LTE e WiMAX e infine i satelliti in banda Ka. Su questo si può discutere a lungo, visto che nominalmente va tutto bene e le prospettive di ulteriore evoluzione tecnologica ci rendono ottimisti, ma sul tema della condivisione delle risorse sarebbe meglio essere molto più chiari…

Italia 2020. Dove sarà l’Italia all’alba del 2020? Al solito (secondo lo studio presentato dalla Commissione) in ritardo rispetto i primi della classe e con una copertura di banda larga fissa dell’ordine del 20%, mentre quella mobile salirà fino a circa i 2/3 della popolazione. Le stime sono sicuramente sotto stimate, ma non è il caso di polemizzare. La strada rimane in salita, specie per la rete fissa.

Miliardi per la crescita. Come finisce la storia? Il “moltiplicatore” cresce all’aumentare dell’entità degli investimenti e nel caso di una spesa europea di oltre 211 miliardi di euro (per i 27 Paesi), ammonta a 2,72, vale a dire 570 miliardi. Per l’Italia, si tratta di un beneficio potenziale che varia da oltre 15 miliardi fino a circa 60 miliardi di euro.
Moltiplicare significa crescere. Sempre.

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