Pubblicità: in calo investimenti, resistono Internet e TV

Il mercato pubblicitario chiude a febbraio 2013 con un -17,7% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Il dato è in calo anche se comparato con il risultato ottenuto a gennaio (-15,3%), che porta la variazione tendenziale del bimestre ad un -16,5% rispetto allo stesso periodo del 2012.

I dati sono stati pubblicati da Nielsen, secondo cui “sarà importante capire il contributo del mese di marzo, un mese che, nella stagionalità degli investimenti, storicamente è uno dei più importanti dal punto di vista della raccolta, insieme a settembre ed ottobre“.
Il calo si riflette anche sugli investimenti che vedono una flessione  su tutti i mezzi ad eccezione della televisione che a gennaio ha fatto registrare un -16,1% e rimane con lo stesso trend sul cumulato. Non se la passa bene, invece, il mono dei quotidiani che registra un -26,1%, mentre i periodici tamponano le perdite portandosi ad un -21,6% sul cumulato bimestrale.

Anche Internet, che a gennaio aveva dato segnali rassicuranti portandosi ad un +9%, viene travolto dallo stallo politico istituzionale e dei consumi, registrando un +1,5% che porta il bimestre al +5%. Chi può esultare è, invece, la pubblicità d’affissione dinamica e statica che deve i suoi risultati positivi alle ultime elezioni. Chi, invece, affronta un duro periodo, soprattutto se paragonato al primo mese dell’anno è la radio, che passa da un -2,2% di gennaio ad un -27,7% di febbraio, pari a un cumulato al -17,3%.

Dal punto di vista degli spazi pubblicitari, tutti i mezzi sono in diminuzione anche se in modo meno drastico rispetto alle riduzioni della raccolta, a testimonianza della tensione sui prezzi che è in atto dal 2000, anno in cui il costo a spazio di TV, stampa e radio ha toccato il picco storico. Il campo alimentare riduce i propri investimenti del -15,3%, in particolare sulla radio (-50%), mentre continua a crescere su internet (+51,8%) che però non rappresenta ancora una quota significativa sul mix del settore (2,4%), dominato dalla TV con il 90% della preferenza. Le automobili passano da un -13,3% di gennaio ad un -25,7% del cumulato, a conferma della crisi strutturale del mercato dell’auto in Italia; il settore è in calo su tutti i mezzi e in particolare sulla stampa quotidiana, dove nei primi due mesi dell’anno lascia più di metà dell’investimento rispetto allo stesso periodo del 2012 (-53,7%). Le telecomunicazioni continuano il loro trend di diminuzione (-17,1%), anche se ridotto di qualche punto rispetto al mese di gennaio; il settore sta abbandonando la stampa (quotidiani: -79,4%; periodici: -61%) a favore di radio (+11%) ed esterna (+47%).

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1 COMMENT

  1. Sono dati che fanno riflettere, a mio parere, non solo sul calo dei consumi, di cui ormai si sente parlare ogni giorno dal 2008, ma anche su come si stia evolvendo la pubblicità verso forme sempre più personalizzate e meno di massa.
    Poi ci sono settori che vanno meglio e altri che vanno peggio.
    Considerando il fenomeno complessivamente, a volte mi chiedo se le forme tradizionali di pubblicità (radio e TV) non siano all’inizio del loro declino, considerando la onnipresenza di Internet nella vita quotidiana di cui non possiamo fare a meno…

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