C’è del marcio in Danimarca?

Ogni tanto lo sguardo si sposta verso luoghi relativamente vicini geograficamente, ma molto più esotici e misteriosi quando ne osserviamo le dinamiche sociali ed economiche.
Una recente decisione dell’Ombudsman danese sui servizi a banda larga non è assurta all’onore delle cronache di settore, ma è in realtà densa di insegnamenti anche per i paesi europei maggiori.

Trasparenza. L’oggetto del contendere è la trasparenza sulle prestazioni della banda larga e fibra_otticaultra larga effettivamente raggiungibili con le reti mobili e fisse. Come noto, l’utilizzo della formula “fino a x Mbit/s”, spesso non chiarisce cosa si ottiene nella realtà, visto che la velocità raggiunta dipende da molteplici fattori, alcuni dei quali addirittura legati alle caratteristiche della propria rete domestica (ad esempio il tipo di apparato WiFi). La confusione rischia poi di crescere quando si confrontano reti tra loro diverse, ad esempio quella fissa o quella mobile.

Banda larga fissa. Nel caso della banda larga e ultra larga fissa si raccomanda l’utilizzo della formula “fino a”, ampiamente utilizzata anche da noi. Il vincolo è però che l’80% delle prestazioni effettive nelle aree di commercializzazione del servizio non differiscano ragionevolmente da tale livello. Con la stessa evidenza va comunque indicato il valore minimo e, per i servizi superiori a 10 Mbit/s, tale minimo non può essere inferiore di metà del valore indicato come “fino a”.

Banda larga mobile. Se non è possibile garantire la velocità del collegamento (di fatto è sempre così…) occorre fornire un intervallo “da/a” che tenga conto di modelli statistici basati sull’effettiva variabilità delle prestazioni. L’intervallo deve garantire che circa il 70% dei collegamenti cada effettivamente in tale fascia prestazionale. Inoltre, se tali prestazioni si possono poi raggiungere solo outdoor, il fatto deve essere adeguatamente evidenziato.

Take away. Da noi abbiamo strumenti di misura validati dall’AGCOM che consentono il recesso e utili schede descrittive sulle caratteristiche dei singoli servizi e gli impegni contrattuali degli operatori (incluso il livello minimo della prestazione offerta) di solito da ricercare con il GPS all’interno dei siti. L’approccio danese ci insegna invece due cose molto chiare. La prima è che i servizi fissi e mobili sono molto diversi e, soprattutto, con prestazioni che variano molto a seconda dei contesti. La seconda è che la vera trasparenza si garantisce attraverso l’obbligo di dare la stessa visibilità sulle prestazioni massime e minime. In altri termini, basta con le note carattere 2 in fondo alla pagina!

Danimarca, un Paese dove sembra gradevole la vita digitale.

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