Gli aiuti finanziari alla ricerca e innovazione

C’è chi vorrebbe eliminare per sempre i finanziamenti pubblici all’economia, perchè distorcono le dinamiche dei mercati, e chi sostiene invece che almeno quelli destinati a supportare la ricerca e l’innovazione portino reali benefici al sistema produttivo di un paese.

Euro_europaIl tema si presterà ancora a lunghi dibattiti, ma intanto le risorse finanziarie previste dai programmi finanziari di sviluppo europei e nazionali ci sono ed è quindi importante progettare il loro adeguato ed efficace utilizzo.

Nel periodo 2007-2013, solo il 7th Framework Programme, il programma quadro europeo per la Ricerca & Sviluppo, aveva oltre 50 miliardi di euro di finanziamenti destinati ad organismi di ricerca, imprese ed enti pubblici dei paesi membri dell’Unione.

Nel prossimo settennato, 2014-2020, il nuovo programma quadro per l’Innovazione, Horizon 2020, avrà 80 miliardi di euro per finanziare i progetti di ricerca in tutti i settori scientifici ed industriali, senza dimenticare neanche lo sviluppo tecnologico necessario per l’inclusione sociale. Rispetto al periodo precedente, sarà data maggiore attenzione alla ricerca applicata, all’innovazione e alle Pmi.

Considerato che i finanziamenti gestiti direttamente dalla Commissione europea andranno a tutti i 27 paesi dell’Unione, i miliardi stanziati sono meno numerosi delle effettive necessità del vecchio continente. Sono comunque una ammontare assai rilevante di risorse finanziarie, per cui l’Italia può fare molto meglio sull’aggiudicazione degli aiuti. Germania, Francia e Gran Bretagna sono infatti sempre i primi paesi nell’elenco dei principali beneficiari dei contributi europei, nonostante il nostro paese sia quello che ha sovente il numero più elevato di progetti presentati. Tale deficit non è peraltro dovuto solo alla qualità delle iniziative proposte, ma anche alla scarsa influenza della nostra politica su Bruxelles.

I programmi nazionali e regionali di sviluppo non sono da meno dell’Europa in termini di risorse stanziate, anche perchè molti fondi provengono sempre dal bilancio dell’Unione. Il Quadro Strategico Nazionale 2007-2013 prevede circa 10 miliardi per lo sviluppo del nostro paese (in gran parte per il sud), da impiegarsi attraverso i programmi operativi nazionali, regionali ed interregionali (PON, POR, POIN).

Le priorità strategiche di investimento in questi sette anni comprendono un’ampia gamma di settori, tutti pervasi da esigenze di innovazione:

  1. Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane
  2. Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell’innovazione per la competitività
  3. Energia e ambiente: uso sostenibile e efficiente delle risorse per lo sviluppo
  4. Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale
  5. Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo
  6. Reti e collegamenti per la mobilità
  7. Competitività dei sistemi produttivi e occupazione
  8. Competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani
  9. Apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse
  10. Governance, capacità istituzionali e mercati concorrenziali ed efficaci

La futura programmazione finanziaria è ancora in fase di negoziazione a Bruxelles dopo che il Parlamento Europeo non ha approvato il bilancio UE proposto dal Consiglio. In Italia, intanto, stanno partendo i confronti ed i dibattiti su come dovrà strutturarsi il sostegno allo sviluppo nel 2014-2020.

Nel frattempo, però, va evidenziato che i fondi 2007-2013 potranno essere spesi fino al 2015, e sono ancora molti quelli che le amministrazioni dovranno rendicontare nei termini prescritti a Bruxelles, per evitare di restituirli all’Unione Europea. Con questa crisi, non sarebbe proprio il caso

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