La Sharing Economy e i techno hippies a LeWeb 2013

All’inizio di questa settimana si è chiusa la seconda edizione Londinese di LeWeb, il festival della rete francese diventato ormai un punto fermo nelle agende degli Investitori ed imprenditori digital da oltre 80 paesi nel mondo. Ogni edizione ha un tema di fondo che quest’anno, nella sua edizione londinese, e’ stata la Sharing Economy.

leweb-londonTema molto attuale sul quale ho già lasciato un commento per “Eta Beta” su Radio Rai 1 qualche mese fa, ma che rimane sempre sulla cresta dell’onda grazie al successo di compagnie come AirBnB, Task Rabbit, ZipCar, Etsy e Fon. Per chi non lo sapesse, AirBnb permette di affittare le stanze vacanti in casa propria diminuendo al massimo lo stress per il proprietario di casa, Task Rabbit permette di mettere a disposizione le proprie abilità a seconda della richiesta del mercato, ZipCar e’ la più grande compagnie di car sharing al mondo, Etsy è una sorta di Ebay per piccoli artigiani, mentre Fon e’ una piattaforma di condivisione delle reti Wifi recentemente venduto a British Telecom.

Si tratta di un piccolo mondo semi-socialista in cui la fanno da padroni la collaborazione tra le persone, la trasparenza e la condivisione. Una specie di realtà ribaltata, soprattutto se si guarda al proverbiale individualismo anglosassone. Negli Stati Uniti, ad esempio, lo scorso anno il 52% degli americani ha noleggiato, preso in prestito o condiviso qualcosa che possiedono, mentre l’83% ha detto di essere intenzionato a farlo in futuro. Un trend vincente, quindi, che coinvolge anche lo UK, nel quale la Sharing Economy, secondo una ricerca di “The People Who Share”, sta facendo risparmiare oltre 4.6 miliardi di sterline che si traduce in un risparmio medio di 416 sterline a testa per chiunque abbia condiviso almeno uno degli oggetti che possedeva. Un bel guadagno, quindi, ma non solo in termini economici. La maggior parte delle persone che condividono qualcosa, infatti, lo fanno anche per aiutare la propria comunità. I dati sono stati pubblicati in occasione della “giornata mondiale della condivisione” avvenuta il 2 giugno scorso, in cui i partecipanti venivano incoraggiati a condividere le proprie riserve alimentari per contrastare il fenomeno dello spreco che in Gran Bretagna ammonta a circa 15 milioni di sterline.

Per quanto riguarda l’Italia, è molto più difficile ottenere dati, come sempre, ma si stima che AirBnb e Etsy vengano utilizzati solamente da una media di 300.000 persone su base mensile, dovuto alla limitata diffusione della banda larga ed una limitata propensione alla compravendita online.

Possono essere molti i fattori che hanno incoraggiato la crescita dell’economia di condivisione, primo fra tutti la recessione economica e la crescente fiducia nelle transazioni online, ma anche un senso di isolamento che la cultura moderna ci ha portato a vivere e che invece la cultura Social online sta aiutando a superare. Insomma un misto tra imprenditori alla riscossa, consumatori che cercano di far quadrare il bilancio, e hippies digitali.

E proprio a quest’ultimi e’ stata dedicata una grossa fetta di LeWeb, che ha voluto enfatizzare il piu possibile il concetto di comunità che sostiene la Sharing Economy, invitando il fondatore del “Burning Man” festival, Larry Harvey, e il cyberlibertario (passatemi il termine) ed ex cantante dei Grateful Dead, John Perry Barlow. Senza una comunità che sostiene il concetto della condivisione, sostengono, non si andrà molto lontano, nonostante i benefici economici che possa portare. Prima di tutto, infatti, serve la fiducia reciproca.

Tanto frikketonismo digitale quindi a LeWeb di Londra, normalmente luogo di incontro di grandi MoneyMaker. Ma nonostante, secondo il GlobalWebIndex, il 37% delle persone in GB sostenga che Internet porti all’isolamento sociale, i dati di crescita della Sharing Economy sembrano far sperare che possa nascere un nuovo senso di comunità, auspicabile o meno, che passi proprio attraverso monitor e fibre ottiche digitali.

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